Dal disegno al segno
«Maktub» («è scritto») in arabo, «scripta manent» in latino
Nel poema epico sumerico Enmerkar e il Signore di Aratta (3200 a.C.), troviamo il mito che fonda l’invenzione della scrittura: Enmerkar, mitico sovrano di Uruk, inviava al suo avversario, il Signore di Aratta, messaggi tramite un araldo, che li memorizzava e li ripeteva a voce. Complicandosi la situazione e dimostratosi l’araldo incapace di tenere a mente un complesso discorso, «il messaggero aveva la lingua pesante», il re, per far passare la comunicazione, impasta l’argilla in forma di tavoletta e con un chiodo vi incide parole. Il Signore di Aratta, scrutando la parola scritta, commenta: «la parola detta ha forma di chiodo. La sua struttura trafigge».
Non ci potrebbe essere luogo più congeniale dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti di Venezia per ospitare «Prima dell’alfabeto» (fino al 25 aprile), mostra promossa dalla Fondazione intitolata a Giancarlo Ligabue (1931-2015),
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