Una tela di Vivian Suter nella sua casa a Panajachel, in Guatemala

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Una tela di Vivian Suter nella sua casa a Panajachel, in Guatemala

Dal Concettualismo «partecipato» di Whiteread alla colorata effusione pittorica di Suter

Alla GAMeC la pittrice brasiliana e nel Palazzo della Ragione di Bergamo un’inedita installazione dell’artista inglese

Con due mostre nella sua sede e una (come ogni estate, da sei anni) nel Palazzo della Ragione, la GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura il 23 giugno la nuova stagione. La Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione si apre a un’inedita installazione dell’artista inglese Rachel Whiteread (1963, Turner Prize 1993), che per la mostra «...And the Animals Were Sold» (fino al 29 ottobre), curata dal direttore della GAMeC, Lorenzo Giusti, e da Sara Fumagalli, ha creato un insieme di 60 «sgabelli» formati dalla materializzazione dello spazio vuoto tra le gambe di due tipi di sedia («il calco di un’assenza», commenta Giusti), realizzati con pietre diverse, tutte presenti nella piazza Vecchia su cui il Palazzo si affaccia.

«C’è un’attenzione alla cultura materiale del territorio, grazie all’uso di queste pietre che ancora vengono cavate qui intorno e sono tuttora utilizzate, ci spiega Giusti, e al tempo stesso si rievoca la pandemia (anche nel titolo, che evoca la zoonosi di Covid-19, Ndr), perché alcune sedute sono disposte con il distanziamento allora necessario, altre invece in nuclei più ravvicinati, con un invito a sedersi su questi “sgabelli”, in un ritorno alla socialità. Con l’intento, anche, di fare della Sala delle Capriate un luogo d’incontro come la piazza Vecchia» (a corredo, un film di Joe Juanne Piras).

Dal Concettualismo «partecipato» di Whiteread, si passa nella GAMeC alla colorata effusione pittorica ed emozionale di Vivian Suter, artista nata a Buenos Aires nel 1949 e formata a Basilea, figlia d’arte (della madre, Elisabeth Wild, scomparsa quasi centenaria nel 2020, è in corso fino al 18 giugno un’importante personale al Mumok di Vienna), che solo di recente ha conosciuto un vasto successo. Dopo aver molto viaggiato, Vivian Suter oggi vive in Guatemala, tra le comunità native, a Panajachel, sulle rive del Lago Atitlán, che si allarga fra tre altissimi vulcani: «Un magico punto di contatto tra il cuore della terra e il cielo, racconta Giusti, in cui si avverte il respiro profondo della Terra».

Intitolata «Home», la mostra (la prima istituzionale in Italia, curata dallo stesso Lorenzo Giusti) presenta, fino al 24 settembre, 200 dipinti di diverse stagioni, posti intorno a una struttura di legno che allude alla sua casa. Si tratta, continua il curatore, «di tele molto grandi, solo in apparenza astratte, che l’artista realizza all’esterno, a terra, spesso lasciandole poi all’aperto. Macchiate dalla pioggia, dai passi dei suoi cani, dagli insetti, le opere subiscono un “maltrattamento” che le anima e le carica di un’energia ben percepibile. Qui le esponiamo senza cornice, come panni al sole, per restituire la densità di colori, forme e bagliori propri della foresta dove lei vive» (a commento, una monografia illustra questa mostra e quella che è stata aperta fino al 18 giugno alla Secession di Vienna).

Rinnovata per la quarta volta (da Sara Fumagalli, Valentina Gervasoni, A. Fabrizia Previtali) anche la «Collezione impermanente», frutto dei suggerimenti del pubblico della precedente edizione, che esibisce in nove sale tematiche lavori di artisti locali e internazionali (ma legati a Bergamo) intorno alle opere prescelte dai visitatori

Ada Masoero, 26 luglio 2023 | © Riproduzione riservata

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