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Redazione GDA
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Sulle rive dell’Arno, nel XV secolo vennero ideate, si dice su progetto di Leonardo da Vinci, e costruite le Gualchiere, ossia alcuni macchinari per la follatura della lana, che producevano un prezioso materiale di commercio (Firenze eccelleva per la qualità e bellezza) nella società preindustriale. Furono collocate in un edificio preesistente, decorato da splendide torri. Secoli dopo, le Gualchiere ci sono ancora, ma da decenni sono state abbandonate in un grave stato di degrado che ne minaccia la struttura. Dal 1998 l’Unesco e altri enti ne hanno vagheggiato la riqualificazione con diversi progetti, come «L’Opificio dei Saperi», in cui i macchinari avrebbero dovuto essere nuovamente funzionanti per mostrare gli antichi e perduti metodi di lavorazione dei tessuti. Castelli in aria mai arrivati a compimento finché il Comune di Firenze ha preso in mano la situazione, ma non come tutti auspicavano: è stato reso noto che a breve le Gualchiere saranno vendute a privati che intendono farne un resort di lusso. È lecito supporre che ciò comporterebbe l’eliminazione dalla struttura dei macchinari ancora presenti, oltre a essere chiaramente incompatibile con la natura stessa delle Gualchiere. Alcuni cittadini di Bagno a Ripoli, e non solo, si sono attivati, anche attraverso il web, per scongiurare tale scempio. Mi auguro che le Gualchiere di Remole abbiano un miglior destino di quello che pare attenderle.
Lettera firmata
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