Da Milano a Maastricht e ritorno: i pezzi forti di Longari

Niccolò Pericoli detto il Tribolo (attribuito), Apollo (1520-25)
Giovanni Pellinghelli del Monticello |

Milano. Longari Arte Milano apre i suoi spazi di via Bigli, da poco riallestiti, per Uno sguardo su Tefaf 2016, visitabile su appuntamento fino il 10 giugno: esposti gli objets–de-vertu e le opere d’arte dal Medioevo al Neoclassico presentati all’ultima edizione di Tefaf a Maastricht, con la consueta attenzione per la scultura di alta epoca in pietra e legno accanto a dipinti ed oggetti d’oreficeria, opere in cera, alabastro e terracotta.

Tra i «pezzi forti» presentati a Maastricht, tre sono opere di scultura. Primo il busto in pietra serena, raffigurante Apollo (1520-25) di chiara derivazione classica (e in particolare dall’«Apollo saettante» e «Artemide» del Museo Archeologico di Napoli provenienti dal Tempio di Apollo a Pompei), non pretestuosamente attribuito allo scultore fiorentino Niccolò Pericoli detto il Tribolo, data la fortuna del tema apollineo fra gli artisti fiorentini di
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© Riproduzione riservata Imago Pietatis, fine del XV secolo o inizio del XVI secolo, legno policromo e dorato Scultore lombardo,  capitello con foglie di acanto, leoni e protomi umane, XII secolo Nicola Gallucci da Guardiagrele (circa 1385-entro il 1462), Cristo Redentore, argento sbalzato, inciso e dorato
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