Michela Moro
Leggi i suoi articoliNella Fondazione Stelline schermi olografici e opere di Balla, Sironi, Carrà e C.
Dopo la peste del 1576, nel tentativo di arginare la crisi e la miseria che stava attraversando la città, l’arcivescovo di Milano san Carlo Borromeo, con un intervento provvidenziale prese in affitto l’ex monastero delle Benedettine di Santa Maria della Stella, dando riparo anche a orfani, emarginati e barboni che vivevano per le strade. Negli anni seguenti nacque l’Ospedale dei Poveri Mendicanti e Vergognosi della Stella. Alla metà del 1600 la struttura rivolgeva i suoi servizi quasi totalmente all’infanzia bisognosa e ospitava soprattutto giovani orfane ribattezzate «Stelline» in memoria dell’antico monastero. Le Stelline sono rimaste tali e nello stesso luogo fino al 1971, poi il palazzo, che era già stato ristrutturato nel corso dei secoli, è stato ulteriormente rinnovato e scorporato in varie istituzioni.
La Fondazione Stelline, costituita nel 1986 con un accordo tra Regione Lombardia e Comune di Milano, svolge un’attività coordinata di mostre, eventi e congressi; in trent’anni sono stati organizzati oltre trecento eventi.
Le storiche gallerie, come Pesaro, Bardi, Scopinich, Milano, Salvetti, Dedalo, Bottega di Poesia, Il Milione, Barbaroux, Micheli, Gussoni, Centrale e Mostre Temporanee, ospitavano Balla, Carrà, Campigli, Casorati, de Chirico, De Pisis, Fontana, Funi, Guttuso, Kandinskij, Licini, Melotti, Prampolini, Rosai, Medardo Rosso, Savinio, Severini, Sironi, Usellini, Wildt e molti altri.
In mostra sono esposti anche documenti che fanno rivivere la Milano di allora e quella specifica atmosfera ricca di curiosità e lungimiranza. Fino al 18 dicembre, inoltre, la Fondazione Stelline ospita il percorso «Leonardo racconta Leonardo» composto di tre schermi olografici attraverso cui l’artista racconta la sua vita e le sue opere, offrendo al pubblico l’opportunità di interagire.
Articoli precedenti
«Per diventare una grande città dovremmo includere i 131 Comuni dell’hinterland e raddoppiare gli abitanti. La pandemia è stata un’occasione mancata, non abbiamo compreso che la qualità dell’aria è centrale. Bene le nostre istituzioni culturali, ma dovremmo parlarci di più. E ci manca ancora un museo di arte contemporanea»
L’aspetto più ingegneristico di Da Vinci affianca una selezione di dipinti digitalizzati nel Leonardo3 Museum
Reportage in aggiornamento dagli stand milanesi di Allianz MiCo
Al Kmska di Anversa una grande mostra personale di un «vero artista fiammingo» a quarant’anni dalla morte: le sue opere «dialogano» con Jean Fouquet, Van Eyck, Rubens, Tuymans...