Da Alessandro Casciaro tra arte e scienza
Strutture nevose e cristalline diventano materia creativa su cui Peter Senoner interviene pittoricamente rievocando a modo suo la preoccupazione per i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacciai

Il confronto con la natura, creando un ponte tra arte e scienza, e la ciclicità di un modus operandi che rievoca quello stagionale, sono gli assunti che caratterizzano la serie di opere di Peter Senoner esposte dal 19 novembre al 14 gennaio alla galleria Alessandro Casciaro nella personale «Artarctic» presentata dalla storica dell’arte e curatrice belga Karin Pernegger.
Concepite nel corso di una performance avvenuta lo scorso anno nell’ambito del Festival Transart, le tavole pittoriche di Senoner sono state iniziate all’interno del centro per la simulazione di climi estremi terraXcube al NOI Techparck, parco scientifico e tecnologico della Provincia autonoma di Bolzano, sperimentando le possibilità creative ad un’altitudine di quattromila metri.
«Sulle tavole stese a terra si formano strutture nevose e cristalline su cui l’artista interviene pittoricamente, spiega Alessandro Casciaro, ma, una volta riportate in studio, dove Senoner completa i suoi lavori, i cristalli di ghiaccio si sciolgono, e con loro il colore, con colature che vanno a segnare tutta la superficie. Un modo di operare dove interviene la natura con la sua casualità e dove riecheggia la preoccupazione per i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacciai, temi che vengono appunto studiati nel centro terraXcube e che legano scienza e arte»
Nato a Bolzano nel 1970, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Monaco, docente all’Università di Innsbruck, Peter Senoner ha esordito a New York dove ha soggiornato tra il 1997 e il 2000: «fin da allora, considera il gallerista, la sua pratica si è collocata nell’area conflittuale tra esistenza, ultra tecnologia e spazio vitale, fattori che nel centro terraXcube si combinano intenzionalmente».
Il 29 novembre alle 9, nel corso di una performance (da seguire online, live stream e in loco nel laboratorio di terraXcube attraverso monitor), Senoner si troverà di nuovo al centro di una tempesta a un’altitudine simulata di 5mila metri: qui ritornerà a lavorare su opere, considerate work in progress in maniera ciclica, iniziate nella precedente performance, e a una nuova serie di tableaux con immagini a grandezza naturale, mentre il personale scientifico del centro seguirà l’artista misurandone i parametri.