Francesca Romana Miorelli
Leggi i suoi articoliSala 1 stringe un’alleanza temporanea con la newyorkese Josée Bienvenu Gallery per cui, fino al 29 maggio, propone Nina Bovasso (New York, 1965). In mostra figurano una decina di assemblaggi e intrecci di ritagli di cartone colorati a parete, databili agli ultimi anni. L’autrice ha innestato e sviluppato la sua cultura visiva sulla pittura astratta di suo padre e il peculiare lavoro di sua madre, designer di tessuti. Così il critico Virgil de Voldère descrive il suo lavoro: «Ogni singola forma, disposta e intrecciata nello scompaginato di griglie irrequiete, sembra essere in colluttazione con la sua vicina per avere il predominio sulla scena visiva». Tra le opere in mostra, «Primary Strips» (2015), «FPST» (2015) di colore bianco, e «Color Pile» (2016) che, se da una parte combina pezzi di cartone colorato come spavalde pennellate dai colori essenziali, dall’altra risente della tradizione dadaista.
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