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Alla Photographers’ Gallery 150 opere tra pezzi celebri e lavori anche meno noti del fotografo originario dell’isola di Man
- Federico Florian
- 05 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura


«Cookie in the snow, Seacoal Camp, Lynemouth, Northumbria», 1984, di Chris Killip. © Chris Killip Photography Trust. Cortesia Martin Parr Foundation
Chris Killip paladino della working class
Alla Photographers’ Gallery 150 opere tra pezzi celebri e lavori anche meno noti del fotografo originario dell’isola di Man
- Federico Florian
- 05 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura
Federico Florian
Leggi i suoi articoliDal 7 ottobre al prossimo febbraio, la Photographers’ Gallery dedica un’ampia retrospettiva al fotografo della working class britannica: Chris Killip (1946-2020). Considerato da Martin Parr uno dei «principali rappresentanti della fotografia inglese del dopoguerra», Killip è noto soprattutto per le sue limpide immagini in bianco e nero che ritraggono declino industriale e comunità di lavoratori in un’Inghilterra del Nord cupa e sofferente, prima e durante gli anni di Margaret Thatcher.
Ma qui il fine non è esclusivamente documentario: oltre a raccontare un capitolo della storia di questo Paese, le sue fotografie celebrano ed esaltano le vite di coloro che hanno subito tali rivolgimenti storici, nello specifico la crisi della deindustrializzazione, con uno sguardo carico di umanità ed empatia. Sono 150 le opere che compongono la mostra londinese, a cura di Tracy Marshall-Grant e Ken Grant: oltre ai pezzi più celebri, figurano anche lavori meno noti, fra cui immagini a colori e fotografie che documentano lo sciopero dei minatori della metà degli anni ’80.
Originario dell’Isola di Man, Killip, dopo un periodo di attività come fotografo commerciale a Londra, decide di tornare nel suo luogo natale e dedicarsi alla propria ricerca fotografica: una decisione che segue un viaggio a New York nel ’69 e l’epifania generata dalle immagini di Paul Strand e Walker Evans al MoMA.
Iconici i suoi ritratti, ora parte dell’immaginario collettivo britannico: l’immagine di un giovane skinhead raggomitolato contro un muro, il volto alterato in una smorfia di rabbia o dolore; o gli umanissimi eroi della serie «Seacoal» (1983-84), alla guida di carretti trainati da cavalli nel tentativo di recuperare residui di carbone abbandonati in mare.

«Cookie in the snow, Seacoal Camp, Lynemouth, Northumbria», 1984, di Chris Killip. © Chris Killip Photography Trust. Cortesia Martin Parr Foundation