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Silvano Manganaro
Leggi i suoi articoliLo scultore americano Charles Ray (1953) approda a Roma per la prima volta, presso l’American Academy fino al 2 luglio. L’esposizione, curata dal direttore dell’Accademia Peter Benson Miller, ha come titolo «Mountain Lion Attacking a Dog» e vuole indagare, partendo dall’omonima scultura (2017), l’apparato mitologico americano messo a confronto con quello europeo.
Quest’opera, così come «Shoe Tie» (2012), sempre in mostra, gioca con le convenzioni che definiscono i canoni della scultura classica: la prima mima «Leone che azzanna il cavallo», opera ellenistica conservata ai Musei Capitolini, mentre la seconda può, per certi versi, ricordare «lo Spinario» o il «Galata morente» nel medesimo museo. Se il pubblico italiano ricorderà Ray soprattutto per la controversa scultura «Boy with Frog» (2009), collocata a Punta della Dogana a Venezia, va sottolineato che, anche in quell’occasione, qualcuno aveva paragonato quell’opera al celebre «Apollo Sauroctono» di Prassitele, segno che l’anomalo dialogo con l’antichità è in qualche modo una costante.
In quest’occasione il termine «classico» fa riferimento, però, non solo ai canoni scultorei greco-romani ma anche al ciclo «American Classics» pensato da Benson Miller. Con questo appuntamento il programma dell’American Academy raggiunge il suo culmine: l’idea è di riconsiderare idee, testi, canzoni e immagini che definiscono l’immaginario americano contemporaneo per interrogarsi sull’identità yankee in questo travagliato XXI secolo.