Cento Richter e un Hsieh

Alla Neue Nationalgalerie una semipermanente dell’artista tedesco e la Performance art del taiwanese-americano

Un’immagine della performance in cui Tehching Hsieh si fotografa mentre aziona un orologio a timbro ogni ora per un anno di fila. Cortesia dell’artista e Sean Kelly Gallery, New York
Francesca Petretto |  | Berlino

Il primo aprile vengono inaugurate nella Neue Nationalgalerie due mostre: la semipermanente «Gerhard Richter. 100 opere per Berlino», che rimarrà allestita fino al 2026, e «Tehching Hsieh» visitabile fino al 30 luglio. Seppure in maniera e tempi diversi, i due artisti hanno esercitato un’influenza decisiva sull’arte del loro tempo: il taiwanese-americano Hsieh (1950) sui media e la Performance art fin dagli anni ’60, con le sue azioni di lunga durata, il tedesco Richter (1932) soprattutto sulla pittura di tutto il secondo ’900.

È noto da tempo che la Fondazione Gerhard Richter ha donato alla Nationalgalerie 100 opere destinate al Museo del XX secolo, in fase di costruzione al Kulturforum e la cui apertura dovrebbe avvenire nel 2026: fino ad allora il ciclo «Birkenau» del maestro di Dresda sarà esposto nell’edificio di Mies van der Rohe insieme ad altri 90 suoi lavori appartenenti a diverse fasi della sua lunga carriera, tra cui «Occupied House».

Di Tehching Hsieh è presentata l’opera «One Year Performance 1980-1981 (Time Clock Piece)» attraverso un’installazione cinema/fotografica che mostra la performance in cui l’artista si fotografa mentre aziona un orologio a timbro ogni ora per un anno di fila, portato a una sorta di delirio finale per la privazione di sonno e mobilità. Hsieh unì tutte quelle istantanee in un film di 6 minuti: 24 foto al giorno per 365 giorni, scattate alla velocità di 24 fotogrammi al secondo.

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