«Scampagnata» (1966) di Gianni Bertini (particolare). Collezione privata, cortesia di Frittelli arte contemporanea

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«Scampagnata» (1966) di Gianni Bertini (particolare). Collezione privata, cortesia di Frittelli arte contemporanea

Cento anni di Bertini

La galleria Frittelli celebra l’esuberante artista toscano attraverso un ricco percorso che ridefinisce le tappe di una ricerca sempre in fieri

Gianni Bertini (Pisa, 1922-Caen 2010), poliedrico creativo, scrittore, performer, promotore di eventi, affermava di non avere per nulla il culto della memoria, anzi di volersi dimenticare dei suoi stessi quadri, della loro fattura, per timore di imitare se stesso: «Solo il gesto, la sua precisione, il suo linguaggio mi è sempre interessato affinare. Dunque, far scaturire ogni volta un significato nuovo, dimenticando la forma precedente». Sicuramente le sue parole rispecchiano un modus operandi che l’ha accompagnato durante tutta la sua prolifica carriera.

«Gianni Bertini. Identikit 100», a cura di Francesco Tedeschi alla Galleria Frittelli (fino al 10 febbraio) ripercorre le tappe principali della sua carriera, scandita da uno stile astratto-informale ricco di molteplici sperimentazioni: dalla «bertinizzazione» degli anni 1961-62 (ovvero della meccanizzazione del gesto pittorico), alle «Comunicazioni interdisciplinari» del 1971, « essenza immateriale» dei suoi quadri», dai libri di artista alle videointerviste e ad altre stravaganti esperienze editoriali.

Tedeschi, che ha anche curato il «Catalogo Generale» di Bertini edito da Electa, presentato proprio in occasione della mostra (realizzato dall’Archivio Frittelli per l’Opera di Gianni Bertini, con la collaborazione di Federica Boragina, Myrna Galli e Kevin McManus), evidenzia l’ironia e il coraggio che hanno caratterizzato la ricerca dell’autore toscano dalla serie de «I gridi» (1948-49), dove lettere, numeri e simboli segnaletici rimandano all’incipiente cultura pop, sino alle adesioni, seppur per breve tempo, al Mac e all’Arte Nucleare (1950-1952).

C’è poi il momento dell’interesse per la pittura informale, cui egli si accosta in maniera sempre molto originale. In mostra è visibile un focus sulle carte intelate di grandi dimensioni del 1959 e sulle opere della Mec-Art, quali «La double himera» (1965), «Stilmec» (1967), «Seguite quella ruota» (1967), con la presentazione al pubblico per la prima volta di maquette e collage alle origini dei soggetti più noti e provocatori.

Organizzata in collaborazione con l’Associazione Gianni Bertini di Milano diretta da Thierry Bertini e con Sergio Grossetti, gallerista di riferimento dell’artista, la mostra è l’ideale prosecuzione del recente omaggio reso dalla Fondazione Mudima di Milano.

«Scampagnata» (1966) di Gianni Bertini (particolare). Collezione privata, cortesia di Frittelli arte contemporanea

Laura Lombardi, 19 dicembre 2022 | © Riproduzione riservata

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Cento anni di Bertini | Laura Lombardi

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