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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliSulla base di un protocollo d’intesa firmato nel 2012, il 21 marzo scorso è partito il cantiere didattico che ha portato al restauro di un capolavoro trascurato qual è la «Madonna di Ognissanti» di Battistello Caracciolo (1578-1635), pala d’altare di oltre quattro metri per tre realizzata tra il 1618 e il 1619 per la chiesa matrice di Stilo su commissione del medico Tiberio Carnevale. La tela, restaurata da Giuseppe Mantella, Laura Liquori e Ilaria Caretta, con la direzione di Faustino Nigrelli della locale Soprintendenza Bsae, è destinata a un piccolo museo ancora da realizzare. Intanto rimarrà nella chiesa conventuale di San Giovanni Theristìs, un grande passo avanti dato che da tempo immemorabile, a seguito di un furto, la tela era stata ricoverata e conservata, purtroppo arrotolata, nei depositi della Soprintendenza di Cosenza. L’affollata composizione, concepita su due registri sovrapposti, raffigura il paradiso secondo i dettami della Controriforma: in alto la Chiesa trionfante con i santi e la Vergine col Bambino incoronata da angeli, in basso la Chiesa militante con Pietro e Paolo, gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa; alle loro spalle Maria Maddalena e santa Marta, gli Apostoli e le sante vergini. Il restauro ha ridato chiarezza alle figure in penombra e potenza alla luce radente che illumina la scena, un’orchestrazione di gesti e sguardi che spinge in un vortice l’occhio indirizzando il fedele verso il centro e motore della composizione, rappresentato dalla Vergine col Bambino.
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