Gaspare Gasparrini, «Madonna col Bambino e sant’Antonio»

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Gaspare Gasparrini, «Madonna col Bambino e sant’Antonio»

Capriccio e natura si incontrano a Macerata

Capriccio e natura si incontrano a Macerata

Macerata. A fine Cinquecento i venti che portavano molti pittori dalla «Maniera» verso sponde più naturalistiche soffiavano anche a Macerata. È una traccia della mostra «Capriccio e natura: arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita», allestita dal 7 dicembre al 13 maggio nei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi e a cura di Anna Maria Ambrosini Massari, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Urbino, e di Alessandro Delpriori, il sindaco-storico dell’arte di Matelica. I curatori intendono rendere onore a opere colpite o lambite dal terremoto, magari restaurate, con una rassegna, scrive la studiosa, che «non sia un evento ma un argomento» che spinga a far rientrare dipinti e sculture nelle loro sedi spesso inagibili. Infatti il catalogo documenta anche cicli decorativi in luoghi chiusi per il sisma. Il fulcro, osserva la storica dell’arte, si trova nella chiesa delle Vergini di Macerata: «È uno degli esempi più belli, pressoché integri, di complesso decorativo “sistino”, una fase culturale che va ben oltre il pontificato del marchigiano Sisto V Peretti, 1585-90». Tra la «poetica degli affetti di Federico Barocci» e le novità caravaggesche rilette da Giovanni Baglione sfilano «l’eccentrico Andrea Boscoli», il Tintoretto con la maceratese «Adorazione dei Magi», passando per «la figura chiave in città tra il 1560 e il 1590, Gaspare Gasparrini e il suo allievo Giuseppe Bastiani» (nella foto, Gaspare Gasparrini, «Madonna col Bambino e sant’Antonio»).
 

Gaspare Gasparrini, «Madonna col Bambino e sant’Antonio»

Stefano Miliani, 06 dicembre 2017 | © Riproduzione riservata

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Capriccio e natura si incontrano a Macerata | Stefano Miliani

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