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Camere con vista

Anche acqua gratis, posto macchina, orto e pollai in un parco tra i più famosi d’Europa per le 13 famiglie di ex dipendenti della Soprintendenza che, dagli anni ’70, vivono negli appartamenti della Reggia di Caserta, sito Unesco dal 1997. Hanno pagato da 3 a 145 euro al mese, alcuni per vivere in sale affrescate e decorate affacciate sul Parco Reale del sito vanvitelliano, gli altri negli edifici di servizio nei giardini.

L’abuso e la malagestione dei locali del monumento concessi dalla Soprintendenza a prezzi irrisori, erano noti da tempo ma finora non era mai stato preso alcun provvedimento. Fino ad aprile, quando i magistrati contabili della Corte dei Conti hanno notificato all’ex soprintendente di Caserta (in carica dal 2009 al 2014) Paola Raffaella David e a tre dirigenti del Demanio regionale della Campania, un perentorio «invito a dedurre», ossia a giustificare il loro comportamento nella vicenda che ha procurato allo Stato una perdita di 1,2 milioni di euro. In pratica la Magistratura chiede ai funzionari il risarcimento del danno erariale subìto.

L’intricata vicenda è lontana dalla soluzione: una parte dei privilegiati occupanti sostiene di non aver commesso alcun abuso e quindi resiste nei «propri appartamenti». Intanto l’inchiesta sull’affittopoli nei beni culturali si allarga, per ora in Campania. A Napoli la Guardia di Finanza ha già chiesto all’Agenzia del Demanio gli atti relativi agli appartamenti situati nei complessi monumentali di Capodimonte, Villa Pignatelli e Villa Floridiana. La Finanza ha anche acquisito documenti nella sede della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio a Palazzo Reale. La competenza sugli alloggi negli anni è passata dalle Agenzie del Territorio alle Soprintendenze con risultati disastrosi: canoni irrisori e soprattutto rimpallo di controlli e responsabilità.

Dopo l’indagine sulla Reggia di Caserta, si cerca di capire a quale titolo si possa risiedere in queste case. Intanto a Capodimonte il direttore Sylvain Bellenger ha convocato le tre famiglie che da generazioni occupano gli appartamenti della antica Palazzina dei Principi, gioiello nel parco della Reggia, residenza preferita di Francesco I di Borbone. Pagano una somma ridicola che Bellenger definisce «abusiva come i lavori che hanno compromesso l’edificio: al posto dell’antica galleria c’è una cucina e un salone. Hanno distrutto anche i magnifici pavimenti».

Tina Lepri, 15 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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