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Broomberg & Chanarin a Milano

Ilaria Speri

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La Lisson Gallery apre negli spazi di via Zenale 3 «Trace Evidence», la prima personale nella sede meneghina dedicata al duo composto da Adam Broomberg (Johannesburg, 1970) e Oliver Chanarin (Londra, 1971), noti da oltre vent’anni nel panorama artistico internazionale per le loro ricerche sul valore etnografico e politico della fotografia e sul suo ruolo nella narrazione della storia dei conflitti.

Un’occasione per osservare, dal 20 gennaio al 17 marzo, otto delle serie prodotte dal duo tra il 2006 e il 2016, e un nuovo lavoro realizzato appositamente per la mostra. Tema centrale è l’utilizzo della fotografia come strumento d’indagine sull’identità e i comportamenti umani, filo conduttore di serie come «Red House» (2006), che osserva le tracce dell’oppressione individuale subita dai prigionieri curdi in Iraq; «Portable Monuments» (2012), un omaggio a Bertolt Brecht e ai suoi esperimenti tra poesia, teatro e immagine (riferimento ricorrente nell’opera di Broomberg & Chanarin); «American Landscapes» (2009), un viaggio negli studi di fotografia pubblicitaria degli Stati Uniti per riflettere sulla costruzione e manipolazione dell’immagine; e il recente «Trace Evidence» (2015) che dà il titolo alla mostra, un arazzo che riproduce fibre e capelli raccolti dal divano di Sigmund Freud e analizzati da un medico forense. Un percorso investigativo tra arte, politica, guerra e storia, tra evidenze certe e rappresentazioni fittizie.

Ilaria Speri, 07 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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