«#72", Silvretta Montafon» (2022), di Andrea Botto. Cortesia dell’artista

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«#72", Silvretta Montafon» (2022), di Andrea Botto. Cortesia dell’artista

Botto: il paesaggio come metafora del mondo

Al Btv Stadtforum di Innsbruck anche scatti inediti realizzati dall’artista ligure nella regione del Tirolo/Vorarlberg e all’interno del cantiere del tunnel di base del Brennero

Allestita fino al 21 gennaio negli spazi dedicati ai progetti Inn Situ, pensati per la fotografia internazionale in relazione con il territorio, la mostra «Paesaggio come Performance» presenta, al fianco di lavori precedenti, scatti inediti realizzati da Andrea Botto (Rapallo, 1973) nella regione del Tirolo/Vorarlberg e all’interno del cantiere Bbt (Tunnel di Base del Brennero), in cui l’artista ligure ha potuto realizzare la prima fotografia in assoluto di un’esplosione sotterranea.

«Eventi unici e irripetibili, come grandi spettacoli teatrali, processi di trasformazione quasi istantanei in cui si disperde una grande quantità di energia e che, una volta innescati, non possono essere fermati», racconta Botto che talvolta, mentre scatta, si sente come dentro la «canna di un fucile». Per cogliere l’attimo propizio l’artista ha collaborato con gli operai che hanno costruito o un rifugio, chilometri sotto terra, per la sua fotocamera, o il collegamento ai detonatori azioni che sono diventate parte del processo creativo e dell’opera.

Nel catalogo della mostra, edito da Fotohof, Riccardo Venturi, storico e critico d’arte contemporanea, scrive che «guardare queste fotografie è anche assistere a un dialogo tra due sostanze chimiche: da una parte le reazioni fotochimiche che rendono possibile lo sviluppo, il fissaggio e la stampa dell’immagine fotografica, dall’altra la dinamite scoperta da Alfred Nobel nel 1866. Due processi chimici si specchiano, uno crea, l’altro distrugge, uno fa ‘clic!’, l’altro fa ‘boom!’. Due istanti dalla cui fusione dovrebbe nascere un’immagine».

Le opere di Botto sono una metafora del mondo contemporaneo, della sua distruzione, di quello che vediamo tutti i giorni da spettatori. Guardando una delle fotografie esposte, della storica serie «Ka-Boom», realizzata a Rapallo nel 2009, non capiamo cosa sia successo ma possiamo sentire già nel titolo il rumore dell’esplosione. Gioca tutto su una sottile ambiguità che nasconde, nell’apparente semplicità dell’immagine, riferimenti e significati ben più complessi e problematici» racconta l’artista.

Queste fotografie sono documentazioni di eventi storici che una collettività dovrebbe ricordare, «il potere distruttivo ambiguamente allettante, che può devastare un condominio con gli stessi mezzi tecnici di una bomba o collegare due paesi scavando un percorso per una ferrovia sotterranea», ci ricorda il curatore della mostra Hans-Joachim Gögl.

Per chi non avesse la possibilità di raggiungere il Tirolo, consiglio un passaggio alla mostra «Paesaggio dopo paesaggio» al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo dove (fino al 23 gennaio) sono allestite diverse fotografie di «Ka-Boom», parte della collezione permanente dell’istituzione.

«#72", Silvretta Montafon» (2022), di Andrea Botto. Cortesia dell’artista

Rischa Paterlini, 23 dicembre 2022 | © Riproduzione riservata

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Botto: il paesaggio come metafora del mondo | Rischa Paterlini

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