L’opera di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842-Parigi, 1931) torna, dopo quattro anni e per la settima volta, da Bottegantica, in via Manzoni 45, con la mostra «Eterno Boldini» (dal 14 ottobre al 3 dicembre), curata da Francesca Dini, l’autrice, con Pietro Dini, del catalogo ragionato dell’artista (Allemandi, 2003), che ha riunito qui una scelta di dipinti, acquerelli e disegni, noti o inediti, in grado di coprire l’intero arco della sua attività.
Il percorso si apre con i piccoli dipinti neorococò realizzati agli esordi parigini, negli anni ’70 dell’800, per la Maison Goupil, cui si aggiungono l’inedito acquarello «L’atelier dell’artista» (1874 ca), e poi dipinti di figure a mezzo busto e un ritratto, anch’esso non noto prima, della famosa attrice Gabrielle Réjane.
Dei due decenni successivi sono le vibranti vedute di Venezia, città dove Boldini amava tornare regolarmente, trovando sempre nuovi spunti, ma le opere più spettacolari sono due di quei ritratti femminili con cui Boldini si guadagnò una fama internazionale.
Uno raffigura la concertista «Lady Nanne Schrader» (1903), l’altro la bellissima, raffinata moglie dell’ambasciatore cileno a Parigi «Señora Matías de Errázuriz Ortúzar» del 1912, più volte ritratta da Boldini: una vera «femme-fleur», per citare lo scrittore e dandy Robert de Montesquiou. In mostra, oltre a disegni dall’atelier dell’artista, anche un suo album del 1879-80, fitto di schizzi e opere più compiute dei più diversi soggetti, documento inoppugnabile del suo magistero in questa pratica artistica.
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