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Biblioteche in protesta

Ci sono state cinque dimissioni in segno di protesta per i soli 25 posti messi a bando dal Ministero dei Beni culturali per rafforzare i ridottissimi ranghi del personale addetto alla tutela del nostro patrimonio librario

Dal Consiglio superiore dei Beni culturali del Mibact si è dimesso Giovanni Solimine, bibliotecario e studioso del sistema bibliotecario, insieme con tutti i membri del Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e degli istituti culturali: il presidente, Mauro Guerrini, il vicepresidente Luca Bellingeri, l’archeologo Paolo Matthiae e il docente universitario di archivistica, bibliografia e biblioteconomia Gino Roncaglia.

Il provvedimento del ministro Franceschini che prevede l’assunzione di 500 tecnici e funzionari per infoltire gli scarsi ranghi del Mibact è «Inutile per le Biblioteche del Paese alle quali vengono assegnate soltanto 25 persone», dicono i dimissionari, proprio mentre, in un settore dove il 63% dei dipendenti supera i 60 anni, nel solo 2016 ben 37 persone lasceranno il servizio per raggiunti limiti di età (nell’arco dei prossimi cinque anni anche il 60% dei bibliotecari attualmente in organico lascerà il servizio), mentre i 25 nuovi assunti arriveranno non prima del 2017.

Da anni le nostre biblioteche soffrono per mancanza di fondi, personale e mancato rinnovamento tecnico strutturale di impianti ed edifici. Giovanni Solimine apprezza l’aumento degli stanziamenti per le biblioteche decisi da Franceschini, ma lamenta la sproporzione nel concorso del Mibact al trattamento riservato ai musei rispetto a un settore vitale e trascurato del patrimonio culturale che annovera, tra le altre, le prestigiose biblioteche nazionali centrali di Roma, Firenze e la Marciana di Venezia.

Tina Lepri, 01 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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