Bianca Attolico: coraggio, malinconia e timidezza
Al Casino dei Principi di Villa Torlonia le opere più rappresentative della collezionista romana

Dal 20 ottobre al 17 gennaio il Casino dei Principi di Villa Torlonia presenta «La Signora dell’arte. Opere dalla collezione di Bianca Attolico da Mafai a Vezzoli». La mostra curata da Ludovico Pratesi raccoglie le opere più rappresentative della collezionista romana (1931-2020). Era figlia di Tommaso Lucherini, collezionista di punta nella Roma anni ’40-50.
Dagli anni ’60 iniziò a collezionare frequentando l’avanguardia e i suoi protagonisti, da Kounellis a Kossuth. Le 58 opere in mostra percorrono un secolo di storia dell’arte. Balla, de Chirico, Morandi, Sironi, la Scuola romana di Ferrazzi, Mafai, Pirandello, Ziveri, poi gli anni ’50 con Burri e Fontana, le neoavanguardie, di Castellani, Manzoni, Lo Savio, Mauri, Manzoni, Pascali e Schifano. Negli anni ’70 guardò a Calzolari, De Dominicis, Alviani, Ontani, Sol LeWitt.
Negli ’80 si legò ad artisti della Scuola di San Lorenzo, come Nunzio, Ceccobelli, Dessì. Negli anni ’90 guardò a Kentridge, Beecroft, Galindo, Jaar, Monk, Muniz, Tillmans, Vedovamazzei e Vezzoli. Era attratta, diceva, dalle opere in cui trovava gli aspetti del suo carattere: «Coraggio, melanconia, timidezza».
