Un’opera di Jiří Georg Dokoupil in mostra da Umberto Benappi

Image

Un’opera di Jiří Georg Dokoupil in mostra da Umberto Benappi

Benappi celebra gli anni ’80

La galleria torinese ospita il secondo appuntamento di una rassegna incentrata su alcune ricerche sviluppate nel prolifico, quanto eclettico, decennio del secolo scorso

Dopo la mostra di Gianni Dessì, Alois Mosbacher e László Fehér, la Galleria Umberto Benappi ospita sino al 12 maggio «The Image-Creating Demiurge», con opere di Jiří Georg Dokoupil, Giuseppe Gallo e Hubert Scheibl. La collettiva segna il secondo appuntamento di «Promenade», rassegna «il cui intento è quello di concentrarsi sulla rivisitazione delle visioni estetiche ed artistiche di una specifica generazione di artisti, la cui carriera e il cui destino sono stati profondamente legati agli anni ’80».

Il percorso, curato dal critico ungherese Lóránd Hegyi, è incentrato su ricerche contemporanee che però evocano quell’eterogeneità di stili e tecniche tipiche degli anni in cui si sono formati i loro autori, gli Ottanta per l’appunto. I lavori che fanno capolino nelle pareti della galleria ricordano quanto quel periodo sia stato ricco di indagini trasversali e ibridazioni linguistiche.

I dipinti di Jiří Georg Dokoupil, esponente di spicco della scena artistica berlinese del tempo, sono realizzati con la fuliggine lasciata sulla tela da candele accese. L’effetto vibrante, lievemente mosso e acquerellato, conferisce una vena drammatica ai soggetti, siano essi un felino o una donna nuda sfacciatamente in posa. La sua opera offre un confronto con «la sostanzialità visiva, archetipica, eterna, enigmatica e indiscutibile». La capitale tedesca, nel cuore dell’Europa della Guerra Fredda, una quarantina d’anni fa, era animata da discorsi politici sempre aperti e ha inevitabilmente influenzato direttamente le nuove tendenze artistiche e anche, in generale, la ricerca di Dokoupil.

In dialogo col tedesco, Giuseppe Gallo, partecipe con Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli, Nunzio, Pizzicannella e Marco Tirelli dell’esperienza della «Nuova Scuola Romana». L’autore di origine calabrese si è espresso attraverso media diversi sviluppando un vocabolario ricco e diversificato che ha coinvolto linguaggio plastico, pittorico e il disegno. Eclettismo e storicismo, termini frequenti all’interno del dibattito dell’ultimo ventennio del secolo scorso, rientrano perfettamente nella sua produzione, che, mentre mescola soggetti e narrazioni disparate, utilizza riferimenti storici di volta in volta reinterpretandoli.

Le tele in mostra condensano motivi ed elementi compositivi proposti ripetutamente in contesti diversi mentre le sculture sono frutto di differenti ispirazioni che passano dal design alle sperimentazioni concettuali degli anni Settanta.

Ci si aspetterebbe una pittura «urlata» e gestuale, dai toni dissonanti, tipica del coevo gruppo «cugino» tedesco «Neue Wilde», sebbene la compagine austriaca variamente identificata come «Austrian New Painting», in cui è cresciuto artisticamente Hubert Scheibl, sviluppò un «atteggiamento piuttosto silenzioso, meditativo e intimo», meno permeato da questioni politiche e più incline nel ripensare alla tradizione della pittura moderna.

Così i dipinti di Scheibl in mostra, sorta di paesaggi onnubilati da strati di materia bianca, forniscono insolite esperienze visive. L’apparente armonia delle composizioni è talora scossa da elementi inaspettati che creano effetti inquietanti, esattamente come succede con i moti della mente che spogliano di ogni maschera o protezione per fare esplodere inquietudini sottese.

Un’opera di Jiří Georg Dokoupil in mostra da Umberto Benappi

Monica Trigona, 17 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Sarah Revoltella denuncia l'industria delle armi con una mostra nella sede di Emergency

La volontà di esserci e di rimanere impressi in una Biennale all’insegna di temi caldi, e molto sentiti, ha generato mostre dai toni drammatici

Al Museo Storico Navale va in scena l’utopia di oggi e di ieri interpretata attraverso opere di grande impatto scenico che svelano una nuova e consapevole generazione di creativi

Benappi celebra gli anni ’80 | Monica Trigona

Benappi celebra gli anni ’80 | Monica Trigona