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Barocco fiammingo

Circa 100 opere tra disegni e stampe compongono la mostra «Alla luce di Roma. I disegni scenografici di scultori fiamminghi e il Barocco romano» (catalogo De Luca Editore), aperta dall’8 dicembre al 5 marzo nel Museo dell’Istituto centrale per la grafica

L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto di ricerca triennale (2015-17) su «I fiamminghi e l’Italia», reso possibile dalla Fondazione Baillet Latour che ha accordato un sostegno di 225mila euro all’Accademia Belgica di Roma. Da qui nasce l’idea espositiva, sviluppata d’intesa con l’Istituto centrale per la grafica, che accosta fogli del Barocco fiammingo del Sei e del Settecento con capolavori del Barocco italiano e romano in particolare, che nell’Europa di quei secoli costituiva il centro per eccellenza delle arti figurative.

Sono accostati, in modo da poterne valutare appieno le influenze, i lavori dei più rappresentativi scultori barocchi fiamminghi, con prestiti dalle maggiori raccolte grafiche pubbliche di quel Paese ma non solo (tra gli altri il Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, il Museum Plantin-Moretus/Prentenkabinet di Anversa, l’Albertina di Vienna e la Bibliotheca Hertziana di Roma), e i maestri del Barocco italiano attraverso un’oculata scelta di disegni, stampe e matrici delle collezioni dell’Istituto. Una carrellata affascinante che riporta in vita il Belgio di allora, arredi barocchi di chiese e palazzi, apparati per feste e celebrazioni legate a grandi avvenimenti politici o religiosi, cavalcate, parate, sfilate di carrozze e così via.

Federico Castelli Gattinara, 07 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Barocco fiammingo | Federico Castelli Gattinara

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