Barbarossa, condottiero e mecenate
A 900 anni dalla nascita lo celebrano due mostre, una al Museo di Arte e Cultura di Münster, l’altra al Castello di Cappenberg presso Selm

Ricca di reperti e documenti storici. Si preannuncia così la mostra che il Museo di Arte e Cultura della Landschaftsverband Westfalen-Lippe (LWL) a Münster ospita dal 28 ottobre al 5 febbraio e dedicata a uno dei tedeschi più famosi della storia, dal titolo: «Barbarossa. L’arte di regnare». Ad affiancarla, una mostra più piccola nel Castello di Cappenberg presso Selm, nel distretto di Unna, «Barbarossa. L’eredità di Cappenberg» (fino al 5 febbraio).
Ambedue le rassegne celebrano in patria il 900mo compleanno dell’imperatore svevo del Sacro Romano Impero, Federico I Hohenstaufen (1122-90), affascinante, quasi mitica figura di uomo e risoluto condottiero, sovrano interessato all’arte della politica e litigioso cavaliere, cristiano credente e mecenate delle arti, capace di guidare le sorti dell’Europa dall’anno 1155, quando fu incoronato a Pavia il 18 giugno, e fino alla sua sfortunata morte per annegamento nel 1190, probabilmente intento ad attraversare il fiume turco Saleph, mentre si recava a combattere la Terza crociata per la liberazione di Gerusalemme.
La mostra di Münster offre una panoramica sugli eventi del XII secolo, età di prosperità economica e culturale cui il Barbarossa contribuì in maniera decisiva, fondando città, promuovendo la nascita di università e dunque le possibilità di spostamento fra le diverse sedi accademiche di importanti figure di studiosi di scienze naturali e medicina, di letterati e poeti, teologi e filosofi dentro e fuori i confini del suo impero.
Quanto avvenne sotto la corona di Federico I portò all’incontro prezioso tra la sapienza degli antichi del mondo occidentale e di quello orientale e di questa con le nuove scienze che andavano formandosi e affermandosi sullo studio di quelle.
Notevoli manufatti sono in prestito dalle più importanti collezioni di arte del periodo, come la famosa «Testa del Barbarossa o di Cappenberg», in bronzo dorato, in origine ritenuta reliquia di san Giovanni Evangelista perché custodita nell’omonima Chiesa di Cappenberg, in seguito riconosciuta come busto ritratto dell’imperatore, solo successivamente utilizzata come reliquiario del santo (1158 ca) o la coppa battesimale di Federico, affiancati da rilievi orientali in avorio provenienti dalla Sicilia, altri reliquiari decorati con smalti dalla Renania e sculture anch’esse in bronzo dorato dalla Bassa Sassonia.