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« C’era una volta un signore che mangiava le lucciole per vederci meglio» (1995) di Pino Deodato al MAAP

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« C’era una volta un signore che mangiava le lucciole per vederci meglio» (1995) di Pino Deodato al MAAP

Arte dopo i pasti

Dalla fisioterapia alla cura dell’Alzheimer, ICOM studia la relazione tra protocolli di cura e musei

Marcella Pralormo

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Prosegue il ciclo di webinar sul tema «Musei e Salute» organizzato da ICOM Piemonte e Valle d’Aosta, a cura di Marcella Pralormo, membro del coordinamento di ICOM Piemonte. Il primo webinar si era tenuto in febbraio e aveva analizzato i musei piemontesi e valdostani e gli operatori impegnati sul tema del benessere e della salute nei musei.

Il secondo webinar ha allargato lo sguardo verso le best practices di tutta Italia, con l’esperienza del Museo laboratorio della Mente di Roma, diretto da Pompeo Martelli. Un museo nato ventidue anni fa negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà. L’allestimento iniziale è stato sostituito nel 2008 da un percorso immersivo di Studio Azzurro.

Gli artisti si sono cimentati in una narrazione del luogo che è sia strumento di cura sia un intervento sui visitatori-fruitori. Le esperienze dei visitatori vengono condivise in questo luogo speciale: la comunità diventa corpo curante di se stessa. Ci sono inoltre percorsi rivolti agli adolescenti, per sviluppare la consapevolezza e le competenze sulla salute mentale e sui temi del benessere e della cura attraverso attività artistiche.

La psicoterapeuta Teresa Melorio ha invece raccontato l’esperienza del MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini di Milano, un ex ospedale psichiatrico trasformato in luogo culturale con annesso il Centro Diurno Botteghe d’Arte, un laboratorio di artiterapie. Un museo nato grazie ad artisti che hanno creato opere per il luogo, sulle pareti dell’edificio e che, al tempo stesso hanno lavorato insieme ai pazienti. Dopo aver intrapreso questo percorso di arteterapia i pazienti psichiatrici stessi diventano facilitatori del MAPP: soggetti attivi che conducono visite guidate, completando così il proprio percorso di trasformazione e di cura.

Il medico Daniele Volpe ha presentato l’esperienza del Fresco Parkinson Institute di Fiesole da lui diretto, in particolare il progetto su neuroscienze e arte costruito con la New York University. È un progetto pilota che ha condotto i pazienti a dedicarsi ad attività artistiche manuali evidenziando un netto miglioramento delle capacità di coordinamento e di movimento. Dal 2013 il dottor Volpe ha inoltre avviato il progetto «Dance Well», partito da Bassano e diffusosi in Italia e nel mondo: un progetto di movimento e di cura nei luoghi della cultura, che porta tanti benefici quanto sessioni di fisioterapia. Oggi l’equipe di Daniele Volpe forma operatori e insegnanti che diffondono il metodo e il percorso in musei e luoghi del mondo.

Chiara Lachi, presidente dell’associazione L’Immaginario di Firenze e coordinatrice di MTA, musei toscani per l’Alzheimer, ha portato l’esempio di una rete attiva in Toscana composta da 22 istituzioni culturali. I progetti culturali sono rivolti ai pazienti e ai loro caregiver, trattando l’Alzheimer come una condizione piuttosto che come una malattia. Il protocollo integra le cure mediche e lavora sul concetto di museo come luogo inclusivo e coinvolgente, nei confronti di persone spesso sole. Lachi ha inoltre evidenziato che la Regione Toscana sta lavorando alla prescrizione della visita nei luoghi culturali come parte della terapia per l’Alzheimer, con l’attivazione di voucher e contributi ai musei.

La discussione sul tema della prescrizione, già attiva da anni nei musei anglosassoni, ha evidenziato come si debba fare attenzione a non stigmatizzare le procedure e a non creare barriere in luoghi inclusivi e liberi come i musei. La prescrizione, secondo il parere di chi scrive, deve essere uno strumento di sensibilizzazione della pubblica opinione nei confronti dei luoghi culturali affinché siano intesi, sempre di più, come luoghi dove si può stare meglio.

« C’era una volta un signore che mangiava le lucciole per vederci meglio» (1995) di Pino Deodato al MAAP

Marcella Pralormo, 04 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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