Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliÈ il regista cinematografico Francesco Castellani il curatore della collettiva «L’occhio cinematico», con cui la galleria A arte Invernizzi indaga le affinità tra il cinema e le arti visive. Ad accomunare le due discipline nella visione del filmmaker sono espedienti tecnici, narrativi e stilistici come il fotogramma, il fuoricampo, il flashback, l’ellissi, l’uso della luce e di particolari strumenti ed effetti ottico-fotografici.
Articolato nei due piani della galleria, il percorso si apre con sculture, spazi elastici e lavori «tridimensionali» di Nicola Carrino, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi e François Morellet, tutti artisti che portano in superficie forze e tensioni nascoste, con la stessa forza di un fuoricampo cinematografico.
Proseguendo s’incontrano le pennellate modulari di Niele Toroni, che si susseguono sulla parete come un piano sequenza. Michel Verjux fa da raccordo tra le due parti della mostra, introducendo al linguaggio analitico e alle elaborazioni cromatiche e plastiche di Alan Charlton, Carlo Ciussi, Lesley Foxcroft, Mario Nigro e Pino Pinelli, in cui l’idea, o meglio, l’illusione del movimento trasforma le singole parti in un’immagine del tempo.
Accompagna la mostra un catalogo (italiano e inglese) con saggio del curatore e una poesia di Carlo Invernizzi.
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