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Archeomacchinista

Federico Florian

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Risaputa è la passione di Pablo Bronstein (Buenos Aires, 1977) per l’architettura, quella del passato, soprattutto. Noto per i suoi disegni a penna e china di templi, edifici e monumenti, rivisitazioni contemporanee di capricci piranesiani, l’artista, per una sua personale aperta sino al 2 aprile da Franco Noero, con il titolo «We live in Mannerist times», ha realizzato un enorme wallpaper («The Age of the Steel», 2015) che ricopre le pareti dell’intero spazio espositivo.

I disegni che compongono la tappezzeria, generati al computer e ispirati a illustrazioni di fine Settecento, rappresentano elaborate macchine da lavoro (quelle utilizzate agli albori della rivoluzione industriale), qui inserite all’interno di una cornice architettonica scandita da eleganti colonne in ferro battuto. Nelle linee essenziali che definiscono gli ingranaggi e le sezioni dei macchinari vi è un rimando a una certa tradizione neoclassica dell’architettura, in particolare a Soane, Schinkel e Percier.

Completa l’installazione un gruppo di disegni collocati direttamente sul wallpaper: si tratta di raffigurazioni ipotetiche di fabbriche inglesi che producevano ceramiche nel periodo compreso tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Qui Bronstein declina la pratica della progettazione a tecnica artistica: le sue creazioni, spesso caratterizzate da un accentuato decorativismo, coniugano tecnica e improvvisazione, scienza e invenzione, interrogandosi sul legame tra estetica e progresso scientifico.

Federico Florian, 07 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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