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Anche se muto, Durham si fa sentire

Federico Castelli Gattinara

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Al MaXXI una personale dell’artista americano e una retrospettiva di Pier Luigi Nervi

Jimmie Durham ha esposto più volte a Roma, anche in spazi pubblici. Classe 1940, l’artista è anche poeta, saggista e attivista politico a favore dei diritti civili negli Usa già dai primi anni Sessanta, dal 1973 leader dell’American Indian Movement (Durham è cherokee di nascita), direttore dell’International Indian Treaty Council e suo rappresentante all’Onu.
La sua arte, ironica e seria al contempo, risente del suo impegno: polemica, oppositiva, nomade, usa mezzi linguistici molto differenti che spaziano dal disegno alla scrittura, dalla scultura all’installazione, dalla performance al video, fino all’architettura, con cui spesso entra in rapporto critico.

«Sound and Silliness», dal 5 febbraio al 24 aprile alla Galleria 5 del MaXXI, a cura di Giulia Ferracci, presenta quattro opere concepite e realizzatein Italia, più precisamente a Roma, presso RAM radioartemobile, la sede degli amici che l’hanno convinto a traslocare in Italia, a Pescara e a Napoli, la città dove vive dividendosi con Berlino.

L’allestimento scandisce le quattro opere come momenti diversi di una stessa poesia, ognuno con una specifica atmosfera creativa che evoca, più che spiegare, tramite immagini e suoni. Raccontano, per dirla con la Ferracci, «come il conflitto tra tecnologia e natura possa essere alleviato dal canto degli uccelli, il fragore del colore e della materia possano costruire un antimonumento contro lo spreco di beni nell’Occidente, la speranza, mimata in un gesto, possa irrompere nel mondo come segno di pace».

Si tratta di due opere audio, «I rondoni di Porta Capuana» del 2013, firmata insieme a Maria Thereza Alves, e «Domestic Glass» del 2006, e due video muti, «A Proposal for a New International Genuflexion in Promotion of World Peace» del 2007, performance dello stesso artista, e «Fleur de pas mal» del 2005, il coloratissimo tonfo di una grande pietra in un secchio pieno di vernice.

Stessa data d’inizio, fino al 30 aprile, per «Pier Luigi Nervi. Architetture per lo sport», a cura di Micaela Antonucci con Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti, carrellata di disegni, fotografie, documenti e modelli di oltre 22 progetti di impianti sportivi perlopiù dall’Archivio Nervi conservato nelle collezioni di MaXXI Architettura.

Federico Castelli Gattinara, 03 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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