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Le relazioni tra il corpo umano e le moderne tecnologie sono al centro della mostra che dedica un focus particolare alla scultura e al suo rapidissimo sviluppo negli ultimi settant’anni
- Francesca Petretto
- 01 giugno 2022
- 00’minuti di lettura


Particolare di «Cordless» (1989) di Tishan Hsu. Museum MMK di Francoforte sul Meno © VG Bild-Kunst, Bonn 2022. Foto: Axel Schneider, Francoforte sul Meno.
Alto tasso tecnologico al Museum Brandhorst
Le relazioni tra il corpo umano e le moderne tecnologie sono al centro della mostra che dedica un focus particolare alla scultura e al suo rapidissimo sviluppo negli ultimi settant’anni
- Francesca Petretto
- 01 giugno 2022
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliCon la mostra intitolata «Corpi futuri di un passato recente: scultura, tecnologia, corpi, dagli anni ’50» il Museum Brandhorst ospita dal 2 giugno al 15 gennaio 2023 una collettiva di 58 artiste e artisti, principalmente europei, statunitensi e giapponesi, sul tema attualissimo delle relazioni tra il corpo umano e le moderne tecnologie, dedicando un focus particolare alla scultura e al suo rapidissimo sviluppo avvenuto negli ultimi settant’anni di storia.
La rassegna s’interroga sul come l’essere umano oggi sperimenti sé stesso e il mondo che lo circonda, praticamente incapace di agire senza il mezzo tecnologico: si possono ancora tracciare chiaramente dei confini tra i due universi non più paralleli? Dove iniziano e dove finiscono le nostre estensioni digitali, computer e soprattutto smartphone? Che peso ha questa nuova dipendenza sulle nostre idee di corporeità e materialità? E qual è l’impatto sociale di questi sviluppi sulle nostre vite e sulla percezione collettiva di sé?
Non è una predica in favore di presunti mores maiorum di cui nessuno più ha dimestichezza, d’altro canto non si tratta di un problema degli ultimi anni: la cibernetica ha iniziato a influenzare la vita della società contemporanea a partire dal secondo dopoguerra. L’era dei grandi romanzi e film di fantascienza ha soddisfatto, puro prodotto artistico, il bisogno di qualcosa di nuovo, un aiuto a superare i traumi della guerra.
In quel clima di euforia generale per il futuro e con la leggerezza acritica che ne derivò, anche se in forme diverse, nei due grandi blocchi della guerra fredda, fu proprio la scultura, tra tutte le arti, a cimentarsi con le nuove tecnologie anche fuori dai set e oltre la pagina scritta, piegandole a mezzo di emancipazione da una parte e di controllo esterno dall’altra. La nostra comprensione dei corpi oggi è figlia di quella (s)cultura, capace di compiere in un brevissimo lasso di tempo, meno di 100 anni, il miracolo della sua evoluzione tecnologica.

Particolare di «Cordless» (1989) di Tishan Hsu. Museum MMK di Francoforte sul Meno © VG Bild-Kunst, Bonn 2022. Foto: Axel Schneider, Francoforte sul Meno.