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Allarme Unesco: in pericolo il territorio delle ville palladiane

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Davide Fiore, Delegazione Fai di Vicenza

Le ville palladiane hanno corso pericoli per tutto il Novecento, dai bombardamenti all’abbandono, fino al boom economico. L’estate scorsa l’Unesco, a seguito di segnalazioni di numerose associazioni, ha inviato i propri ispettori a Vicenza e dintorni, valutando beni monumentali e paesaggistici che fanno parte da ventidue anni della World Heritage List. L’ispezione ha dato risultati sconcertanti: la città veneta e la sua campagna circostante, ricche di un inestimabile patrimonio artistico e paesaggistico, sono minacciate e degradate da numerose strutture in fase di costruzione. Tra esse, il pericolo più consistente anche per la sua portata, è il nascente quartiere Borgo Berga, costruito su un isolotto tra i fiumi Bacchiglione e Retrone, riedificato in verticale su di un precedente insediamento industriale (vincolato). Ciò che ne sta salendo è un complesso insediativo di dimensioni notevoli, al quale verrebbero aggiunti altri quattordici volumi. Già nel piano era evidente che quegli edifici, per le dimensioni e per lo stile architettonico contemporaneo, sono incompatibili, sia per questioni di carattere idrogeologico sia in rapporto alle adiacenti ville storiche, tra cui in particolare la seicentesca Villa Valmarana «ai Nani». Tra le vittime illustri, persino il capolavoro di Palladio Villa Capra detta la Rotonda. Senza contare tutto l’insieme di edifici storici e parchi privati che costituiscono uno dei brani paesaggistici antropizzati più riusciti nel territorio, fino al Santuario di Monte Berico. In seguito alle ispezioni, l’Unesco ha diffidato i costruttori dal proseguire i lavori, dando inizio a una serie di indagini della Procura della Repubblica che è culminata in ben diciotto avvisi di garanzia inviati al progettista del piano e agli altri responsabili, e nell’apposizione di sigilli al cantiere. Si spererebbe che Borgo Berga non venga mai portato a compimento e che la folle speculazione edilizia che affligge questa parte di Veneto possa finalmente aver fine.

Redazione GDA, 19 febbraio 2017 | © Riproduzione riservata

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