Alla scoperta della collezione di Nekes

Opere d'arte barocca, macchine visive seicentesche e mirabolanti raffigurazioni, sono al centro di un affascinante percorso al Wallraf-Richartz-Museum

Scatola luminosa con dragone - Fuochi d'artificio, Francia, 1700 circa, Collezione Nekes. Courtesy Wallraf-Richartz-Museum, Colonia
Francesca Petretto |  | Colonia

Il Wallraf-Richartz-Museum ospita dal 3 giugno al 23 aprile 2023 la mostra «La sensazione del guardare: La Collezione Nekes. Vol. 1: Barocco» dedicata alla ricca porzione d’arte barocca, e alle sue mirabolanti suggestioni, di proprietà del regista tedesco Werner Nekes (1944-2017): molte delle opere che fanno parte della collezione, viste oggi, fanno quasi tenerezza, ma dobbiamo provare a immaginarci quale effetto debba aver sortito nello spettatore di allora la vista di un soggetto dipinto distorto da un rotondo spioncino magico o attraverso altre lenti che dal tardo Cinquecento in poi iniziarono a essere utilizzate per rappresentazioni artistiche e nei teatri prospettici, nelle camerae obscurae o nei fuochi d’artificio che sempre più spesso pennellavano di nuovi, fugaci colori i cieli d’Europa.

Da Athanasius Kircher in poi s’iniziò a studiare nuovi apparati visivi, antesignani del moderno cinema, sperimentati da curiosi uomini di cultura in un mondo in cui la separazione tra meraviglia e scienza non era ancora così netta e l’astrologo era anche astronomo, alchimista, musico, incisore e pittore. Le nuove macchine visive seicentesche trovarono applicazione anche per la produzione delle tele dei grandi maestri del Barocco: la prospettiva, invenzione rinascimentale oramai padroneggiata dalla nuova generazione di artisti, venne arricchita da forti effetti chiaroscurali; scintille colorate, raggi di luce, apparizioni di esseri ultraterreni e altre epifanie dominarono tanto la scena pittorica quanto i giochi pirotecnici organizzati per le feste sacre e profane delle corti europee. Pittori come l’olandese Leonard Bramer si prodigarono in raffigurazioni ultraterrene, esperti e innovatori degli strumenti tradizionali, forti di nuove consapevolezze scientifiche.

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