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A 100 anni dalla nascita dell’artista, un’antologica di oltre 100 opere provenienti dal Mart di Trento e Rovereto, dalla Biblioteca Nazionale di Roma e dal gallerista Paolo Cortese
- Guglielmo Gigliotti
- 17 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura


«Successo» (1969), di Mirella Bentivoglio. Roma, Collezione Paolo Cortese
Alla Gnamc i viaggi nella parola di Bentivoglio
A 100 anni dalla nascita dell’artista, un’antologica di oltre 100 opere provenienti dal Mart di Trento e Rovereto, dalla Biblioteca Nazionale di Roma e dal gallerista Paolo Cortese
- Guglielmo Gigliotti
- 17 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliMirella Bentivoglio è omaggiata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, dal 18 ottobre al 29 gennaio, con una mostra antologica di oltre 100 lavori, recante un titolo-calembour scelto nel pieno spirito dell’artista: «Quanto Ben ti voglio». Mirella Bentivoglio (1922-2017) è stata infatti tra le protagoniste, nella seconda metà del ’900, della neoavanguardia internazionale che assunse i caratteri grafici delle parole a oggetto di un discorso estetico autonomo.
La mostra, che celebra il centenario dell’artista nata in Austria da genitori italiani, ricostruisce, per la curatela di Nicoletta Boschiero, il viaggio di Mirella Bentivoglio nei meandri plastici, figurali e semantici della parola. L’artista nasce infatti come poetessa lirica, con raccolte edite, sin dagli anni Quaranta, da Scheiwiller o da Vallecchi, e recensite da Giorgio Caproni o Mario Praz. Dalla fine degli anni Sessanta il suo tragitto procede poi dalla Poesia concreta (trattamento libero o astratto dei caratteri verbali) alla Poesia visiva (connubi di parole e immagini), alla poesia-oggetto (sculture di parole o lettere) e ai libri-oggetto (libri d’arte).
Parallelamente Bentivoglio si afferma come voce critica, tra le più autorevoli al mondo, della storia dell’arte verbale, con saggi, libri e molte mostre curate sul tema, in musei e gallerie dei cinque continenti. Ma la liberazione del linguaggio verbale da regole e significati preordinati è stata sin dall’inizio tutt’uno col tema dell’emancipazione della donna in quanto tale e in quanto, nel caso, artista. Di qui il suo ruolo centrale anche nella storia del femminismo.
Le opere in mostra a Roma provengono in gran numero dal Mart di Trento e Rovereto, a cui l’artista donò nel 2011 grande parte della sua ricca collezione-archivio di arte al femminile. Altro prestito corposo proviene dalla Biblioteca Nazionale di Roma, alla quale è giunto altro importante lascito postumo, dalla parte delle figlie. Una quindicina di lavori vengono invece da Paolo Cortese, gallerista della Gramma_Epsilon di Atene.

«Successo» (1969), di Mirella Bentivoglio. Roma, Collezione Paolo Cortese