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«Guns and roses», 2019, di Shepard Fairey

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«Guns and roses», 2019, di Shepard Fairey

Alla Gam Shepard Fairey e Sten Lex

Lo street artist americano e la coppia di artisti urbani «a colloquio» con i classici moderni del museo romano

Guglielmo Gigliotti

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La Galleria d’Arte Moderna ospita dal 17 settembre al 22 novembre un dialogo tra campioni della Street art e della storia dell’arte. Shepard Fairey, cinquantenne artista urbano americano, presenterà cinquanta sue opere grafiche, articolate in un percorso di relazioni (iconografiche, stilistiche, tematiche) con dipinti e sculture del XX secolo della collezione permanente.

Nel lavoro, da lui progettato, è stato coadiuvato da Claudio Crescentini, Federica Pirani e dalla Wunderkammern Gallery di Roma e Milano. Sarà così che opere di Giacomo Balla, Carla Accardi, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Antonio Donghi, Renato Guttuso, Fabio Mauri, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Fausto Pirandello, Mario Schifano, Scipione, Mario Sironi e Giulio Turcato troveranno inedite e impreviste parentele con l’arte dell’americano, ispirata alla tradizione grafica del modernismo, mediante riferimenti che spaziano dal Costruttivismo russo alle fantasmagorie psichedeliche degli anni ’60-70.

Così è per esempio per l’opera «Guns and roses», allusiva a tematiche pacifiste, tipiche della sensibilità di Fairey, non meno di quelle pertinenti alle ingiustizie sociali, al razzismo e all’infanzia violata. Negli stessi giorni la coppia di artisti urbani Sten Lex presenterà un gruppo di loro opere sotto il titolo «Rinascita», allusivo alle dinamiche rigenerative in atto nella società dopo il lockdown. Si compone di una grande opera murale realizzata con la tecnica dello stencil e di stampe su carta.

«Guns and roses», 2019, di Shepard Fairey

Guglielmo Gigliotti, 17 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

Alla Gam Shepard Fairey e Sten Lex | Guglielmo Gigliotti

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