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Al servizio del principe vescovo

Al Castello del Buonconsiglio, dove ha progettato le decorazioni a fresco per la Giunta Albertiana tra 1686 e 1688, è dedicata fino al primo maggio una mostra al poliedrico artista fiemmese Giuseppe Alberti (Tesero, 1664 - Cavalese, 1730), protagonista della stagione barocca trentina

S’intitola «Chiesa, Impero e turcherie. Giuseppe Alberti pittore e architetto nel Trentino barocco» ed è una riflessione a tutto tondo, nel terzo centenario della sua scomparsa, e a trentacinque anni dalla prima e unica esposizione a lui dedicata da Nicolò Rasmo a Cavalese e Tesero, sull’opera di colui che fu tra l’altro pittore e architetto di fiducia del principe vescovo trentino Francesco Alberti Poia. Alberti ha segnato con la sua complessa attività l’ultimo quarto del Seicento, imprimendo un linguaggio nuovo al volto della città di Trento, dove, grazie al mecenatismo del vescovo, ha lasciato una significativa impronta anche nella Cappella del Crocifisso del Duomo.

Al Castello del Buonconsiglio sono esposte più di 70 opere tra tele, disegni, incisioni, argenti, alabastri, sculture lignee e lapidee, maioliche in un confronto serrato con i modelli dei pittori di riferimento che il pittore incontra nei suoi viaggi di studio a Venezia (Pietro e Marco Liberi, Bernardo Strozzi, Francesco Maffei, Giovanni Battista Langetti, Carl Loth, Pietro Della Vecchia) e a Roma. Alberti lavorò molto nel territorio diocesano, nella Chiesa abbaziale di San Michele all’Adige, nella Chiesa dei Francescani a Cavalese, nella Cappella del Suffragio nell’Arcipretale di Riva del Garda, nella Cappella del Rosario nella Parrocchiale di Pressano, ma fu impegnato anche nella ricca decorazione di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. Accurate campagne di restauro ne hanno negli ultimi anni valorizzato ulteriormente l’opera.

Melania Lunazzi, 10 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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Al servizio del principe vescovo | Melania Lunazzi

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