Jean-Michel Folon, «Le calcul», manifesto per Olivetti, 1968. Ristampato per la mostra «I Folon di Folon», al Metropolitan Museum of Art, New York

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Jean-Michel Folon, «Le calcul», manifesto per Olivetti, 1968. Ristampato per la mostra «I Folon di Folon», al Metropolitan Museum of Art, New York

Al Museo Garda il connubio visionario tra Folon e Olivetti

La genialità comunicativa dell’artista ben si accompagnava alla visione dell’imprenditore

Apre l’11 dicembre al Museo Garda «Olivetti e l’arte di Jean-Michel Folon» (fino al 27 marzo), seconda di sei mostre dedicate a «Olivetti e la cultura nell’impresa responsabile» nel quadro di un piano di fruizione della Collezione Olivetti nel quale il Comune di Ivrea, a seguito di un accordo con Associazione Archivio Storico Olivetti, Tim e Olivetti, ha ruolo primario.

Negli anni ’60 Jean-Michel Folon (Uccle, 1934-Montecarlo, 2005) lascia il Belgio per Parigi e pubblica disegni su riviste statunitensi: il suo stile lirico e straniante è tuttavia poco in linea coi gusti del momento. Quando nel 1967 Giorgio Soavi, allora art director di Olivetti, gli affida un incarico che avvia una collaborazione quasi trentennale, ecco la svolta.

Nel rimarcare la portata internazionale del rapporto tra Folon e Olivetti, Costanza Casali, assessore alla Cultura del Comune di Ivrea, osserva che non si trattava di semplice pubblicità, ma di un connubio «sempre proseguito in maniera visionaria», in cui la genialità comunicativa di Folon «ben si accompagnava alla visione Olivetti, dove la cultura può e deve “capitare” nella vita di ciascuno, magari mentre si alza la testa dal piatto durante la pausa pranzo».

La mostra illustra quest’incontro fecondo, partendo dai carteggi Folon-Soavi e proponendo, tra l’altro, focus sull’installazione nella stazione Waterloo della metropolitana di Londra (1975) e su due strenne illustrate dall’artista: La Metamorfosi di Kafka (1973) e Cronache marziane di Ray Bradbury (1979).

Una sezione è dedicata al libro Le Message (1967), storia di un omino che, capitato in una grande stanza arredata con un’enorme macchina per scrivere, inizia a saltare di tasto in tasto e, una volta riempito il foglio, lo piega ad aeroplanino e lo lancia verso l’ignoto: sintesi perfetta dello stile-Folon e della filosofia-Olivetti volta a liberare idee da rendere disponibili a tutti.

Jean-Michel Folon, «Le calcul», manifesto per Olivetti, 1968. Ristampato per la mostra «I Folon di Folon», al Metropolitan Museum of Art, New York

Alessandra Ruffino, 10 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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