«Wild Relatives (Svalbard Priest and Scientist)» di Jumana Manna

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«Wild Relatives (Svalbard Priest and Scientist)» di Jumana Manna

Al Macte di Termoli ci sono tre diverse ecologie

Sono quella dell’ambiente, quella sociale e quella mentale. La mostra riprende il titolo da un saggio del filosofo francese Félix Guattari

Sorprese dall’altro emisfero si affiancano ad artisti attenti da decenni al rapporto tra umani e natura, come Piero Gilardi, nella mostra «Le 3 ecologie» dal 2 febbraio al 15 maggio al Macte (Museo di Arte Contemporanea di Termoli).

Con film, installazioni, dipinti di autori dal Mediterraneo all’Artico al Pacifico, la rassegna, osserva in una nota la direttrice e curatrice Caterina Riva «riprende il titolo da un saggio del 1989 del filosofo francese Félix Guattari che delinea tre ecologie: quella dell’ambiente, quella sociale e quella mentale».

La storica dell’arte, che ha lavorato a lungo anche a Singapore e in Nuova Zelanda, puntualizza a «Il Giornale dell’Arte» che «le opere ci portano in mondi un po’ reali e un po’ immaginati per rivolgere l’attenzione a luoghi apparentemente distanti e allargare i nostri orizzonti di percezione. Non lo esplicito ma la mostra racconta anche di luoghi e artisti che non avrei conosciuto se fossi rimasta in Europa».

Come il collettivo aborigeno dei Karrabing dall’Australia? «Ora sono una cinquantina: con film, video e cellulari documentano con spirito ironico, poetico e fantastico il rapporto tra indigeni australi e natura e come sono stati maltrattati. Il loro video sull’acqua si collega a Termoli».

Tra gli italiani Caterina Riva cita Nicola Toffonini, «che con una pratica disegnativa incredibile si confronta con una natura quasi postumana», o la fotografa Silvia Mariotti che «con il lockdown ha costruito nuove immagini partendo da scatti reali».
 

«Wild Relatives (Svalbard Priest and Scientist)» di Jumana Manna

Stefano Miliani, 01 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

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Al Macte di Termoli ci sono tre diverse ecologie | Stefano Miliani

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