Pino Pinelli, ritratto con opera «Pittura R». Foto Antonio Idini

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Pino Pinelli, ritratto con opera «Pittura R». Foto Antonio Idini

Agrigento, il marchio di fabbrica di Pinelli

L'artista catanese dissemina opere alle Fam

Giusi Diana

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Agrigento. Prosegue alle Fam-Fabbriche Chiaramontane l’interessante ciclo di mostre dedicato alla storicizzazione degli artisti siciliani la cui attività ha avuto inizio nella seconda metà del Novecento, con particolare riguardo verso i linguaggi dell’astrattismo e dell’arte concettuale.

«Trademark» è il titolo della retrospettiva curata da Marco Meneguzzo, visitabile fino al 22 maggio, dedicata a un maestro della Pittura analitica, Pino Pinelli. Nato a Catania nel 1938, dal 1963 trasferitosi a Milano, Pinelli entra in contatto con un ambiente vivacizzato dalla presenza di Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani, solo per citarne alcuni. Agli inizi degli anni Settanta viene affascinato dalla ricerche di quella che Filiberto Menna definì «Pittura analitica»: nascono così i cicli delle «Topologie» e i «Monocromi».
Dal 1976 abbandona il supporto della tela e del telaio per approdare alla «disseminazione» di elementi cromatici nello spazio; è la pittura pura declinata nei suoi colori primari, pensata prima ancora che dipinta.

In mostra quindici opere sono «disseminate» sulle pareti delle Fam: si va dai monocromi del ’75, alla centrale «Pittura GR» del ’77, dove il quadro si spezza inglobando lo spazio della parete, fino alle disseminazioni, come «Pittura R» del 1987 e del 1991, e «Pittura R» del 2009.

La mostra è realizzata dagli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con l’Archivio Pino Pinelli di Milano.

Pino Pinelli, ritratto con opera «Pittura R». Foto Antonio Idini

Pino Pinelli, «Pittura GR», 1975, LGT

Pino Pinelli, «Pittura BL R G», 2008, LGT

Giusi Diana, 30 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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