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Al Castello Estense prima grande antologica di un pittore che sfugge agli inquadramenti, dalle affabulazioni affascinanti e misteriose
- Valeria Tassinari
- 26 settembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Il paletot rosso» (2006), di Adelchi Riccardo Mantovani
Adelchi Riccardo Mantovani, sognatore ferrarese
Al Castello Estense prima grande antologica di un pittore che sfugge agli inquadramenti, dalle affabulazioni affascinanti e misteriose
- Valeria Tassinari
- 26 settembre 2022
- 00’minuti di lettura
Valeria Tassinari
Leggi i suoi articoliQuasi un «outsider», se non fosse per la tecnica minuziosa e per il gusto raffinato, intriso di citazioni colte, Adelchi Riccardo Mantovani (Ro Ferrarese, 1942) è un artista che sfugge agli inquadramenti, proponendo affabulazioni affascinanti e misteriose, totalmente anacronistiche e perciò atemporali.
Formatosi da autodidatta, rapito dal fascino del Rinascimento e della Metafisica ferraresi, dopo il trasferimento in Germania ha continuato a riflettere sulla sua cultura d’origine declinandola in atmosfere che apertamente richiamano il Surrealismo nordico, calandolo nel clima elusivo tra Realismo Magico e Nuova Oggettività.
Nei piccoli dipinti che echeggiano l’ingenua devozione degli ex voto, nei disegni nitidi e delicati, nei ritratti spaesanti, negli scenari urbani spinti alle soglie dell’elegia rurale della pianura, l’artista invita a entrare in mondi famigliari dove accadono cose stranianti.
L’idea di dedicargli la prima grande antologica proprio nelle sale del Castello Estense («Adelchi Riccardo Mantovani. Il sogno di Ferrara», fino al 9 ottobre) dove sono ambientate oltre cento opere tra olii e disegni è, naturalmente, del suo conterraneo Vittorio Sgarbi, da sempre grande sostenitore di queste figurazioni oniriche e visionarie.
La mostra è promossa da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

«Il paletot rosso» (2006), di Adelchi Riccardo Mantovani