La «Cena in Emmaus», scoperta da Arabella Cifani e Franco Monetti, e attribuita da Francesca Curti a Bartolomeo Mendozzi da Leonessa, già nelle collezioni dei Savoia, è ora esposta nel Museo Diocesano di Torino

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La «Cena in Emmaus», scoperta da Arabella Cifani e Franco Monetti, e attribuita da Francesca Curti a Bartolomeo Mendozzi da Leonessa, già nelle collezioni dei Savoia, è ora esposta nel Museo Diocesano di Torino

Abbiamo un nuovo caravaggesco: Mendozzi

Finalmente sappiamo chi era il misterioso «Maestro dell’Incredulità di san Tommaso» o «Bartolomeo della Leonessa»

Francesca Curti

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Nel 1997 usciva un pionieristico articolo di Gianni Papi in cui veniva per la prima volta ricostruita la personalità di un pittore che egli battezzò «Maestro dell’Incredulità di san Tommaso», «namepiece» del quadro dal soggetto omonimo in Palazzo Valentini a Roma. Si trattava di un artista che, oltre all’assimilazione della lezione manfrediana, all’indubbia dipendenza da Valentin, Tournier e Regnier, fu influenzato anche dall’arte di Ribera e di Cecco del Caravaggio, giungendo a esiti tali da essere annoverato tra i protagonisti del Caravaggismo di seconda generazione. Negli anni, Papi ha accresciuto il corpus delle opere del pittore, dedicandogli numerosi articoli. Nel frattempo anche Giuseppe Porzio assegnava all’anonimo due straordinarie tele conservate nel Duomo di Rieti, indicate in un inventario settecentesco come di mano di «Mendozzi».

Tale attribuzione ha permesso a chi scrive di collegare l’anonimo al nome di Bartolomeo Mendozzi (ca 1600-post 1644), pittore fino ad allora pressoché sconosciuto. Una ricerca sulle fonti archivistiche, infatti, ha rivelato l’esistenza di un artista con questo nome, originario di Leonessa (Rieti), attivo a Roma tra gli anni Venti e Quaranta del Seicento, molto apprezzato da importanti collezionisti come i Giustiniani e i Savoia. Nell’inventario del 1635 delle collezioni di questi ultimi, egli, indicato come «Bartolomeo della Leonessa», è definito allievo di Bartolomeo Manfredi.

La riscoperta dell’artista si arricchisce di un nuovo contributo con un volume di Massimo Pulini che ha il pregio di compiere una sintesi di quanto noto sul pittore e di aver creato un catalogo organico con nuovi ritrovamenti e alcune interessanti proposte, non tutte, a mio avviso, convincenti. Tra le scoperte più importanti si annoverano il «Cristo consegna il Mandylion» (Ferentino, Museo Diocesano) proveniente dalla collezione Giustiniani, la «Cena in Emmaus», già delle collezioni dei Savoia, scoperta da Arabella Cifani e Franco Monetti, e lo straordinario «Muzio Scevola», rinvenuto da Alberto Marchesin in collezione privata piemontese.

Bartolomeo Mendozzi da Leonessa. Un maestro del Seicento tra l’Incredulità, il caso Ducamps e i nuovi documenti, 
di Massimo Pulini, con un saggio di Alberto Marchesin, 200 pp., ill., NFC Edizioni, Rimini 2022, € 16
 

Francesca Curti, 11 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

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