A Roma tutto ha un sapore barocco

Alla Gnam 14 artisti fanno capire che cosa è stata l’arte della Capitale dagli anni Novanta in poi

«Mamma» (2016), di Gioacchino Pontrelli
Guglielmo Gigliotti |  | Roma

Inaugura il 9 febbraio e chiude il 2 maggio, nelle sale della Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea, la collettiva «Un presente indicativo. Posizioni e prospettive dell’arte contemporanea a Roma», a cura di Antonello Tolve.

Gli artisti chiamati a restituire uno spaccato dell’arte affermatasi nella capitale dagli anni Novanta in poi, con gruppi da tre a cinque opere ciascuno, sono Andrea Aquilanti, Paolo Canevari, Gea Casolaro, Marco Colazzo, Bruna Esposito, Alberto Di Fabio, Stanislao Di Giugno, Marina Paris, Giuseppe Pietroniro, Roberto Pietrosanti, Gioacchino Pontrelli, Andrea Salvino, Maurizio Savini e Adrian Tranquilli.

La mostra intende risarcire, con lavori degli ultimi trent’anni, una lacuna storiografica: critica e istituzioni non hanno mai veramente messo a fuoco questa stagione dell’arte capitolina. Molti sono i linguaggi in campo, ma per tutti Tolve parla di «sapore barocco». Ciò vale per le fughe prospettiche che aprono varchi illusori e di meraviglia nelle grandi installazioni fotografiche di Marina Paris, nei disegni murali di Giuseppe Pietroniro e nella pittura geometrica di Stanislao Di Giugno.

Ma suggestioni barocche sono riscontrabili anche negli specchi deformanti di Gea Casolaro, nella vivace e fluida policromia di Gioacchino Pontrelli, negli artifici visivi delle camere a circuito chiuso di Andrea Aquilanti.

E se Roberto Pietrosanti ha ispirato alcuni suoi lavori degli ultimi anni al sezionamento cromatico di opere della seicentesca Artemisia Gentileschi, e Marco Colazzo dipinge elementi vegetali con una gestualità che proprio il secolo XVII liberò in tutto il suo potenziale di libertà, Alberto Di Fabio apre, con le sue immagini di spazi siderali, su un infinito che l’estetica barocca assunse a orizzonte degli eventi. D’altronde sono tutti artisti nati a Roma, o adottati da questa città, visceralmente barocca.

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