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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliAncora sulla scia di Expo, al Museo dell’Ara Pacis dal 2 luglio al 15 novembre «Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma a Pompei» (catalogo L’Erma di Bretschneider) racconta i modi, i tempi e le forme del cibo di duemila anni fa: tipologie, trasporti, scambi, stoccaggio, conservazione e cucina. Un affresco reso attraverso reperti antichi, plastici (i più belli dalMuseo della Civiltà Romana) e apparati multimediali, a cura diClaudio Parisi Presicce e Orietta Rossini, con la collaborazione delle soprintendenze Capitolina e di Pompei, Ercolano e Stabia, (come già per «Riscoprire Pompei» del 1993). La pax romana determinò fenomeni ben noti sia di globalizzazione dei consumi sia di delocalizzazione della produzione. Erano molto apprezzati i vini di Gallia, Creta e Cipro, quelli costosi della Campania, l’olio andaluso, il miele greco, il grano in arrivo da Africa e Egitto, il garum. Le merci raggiungevano Pompei e Roma attraverso i porti di Pozzuoli e Ostia: in mostra viene presentata la ricostruzione in grafica digitale del porto di Traiano, con i risultati inediti degli scavi più recenti condotti con l’Università di Southampton. Saranno illustrati inoltre i luoghi di consumo dei cibi, sia pubblici, come le popinae e i thermopolia, sia i triclinia privati, con pezzi straordinari come il corredo da tavola in argento noto comeTesoro di Moregine, di ritorno dopo cinque anni dal Metropolitan di New York, e l’affresco con scena di banchetto dalla Casa dei Triclini dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. E ancora, una larva convivialis, piccolo scheletro snodabile portato a metà banchetto a memento mori, vasellame dall’Antiquarium del Celio, due modelli di navi romane da Torgiano (Pg) e dal Museo delle navi di Fiumicino, chiuso da anni (nella foto intonaco dipinto da Pompei con l’insegna della Fenice).
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