A Palermo otto arazzi restaurati in diretta
Nell'Oratorio dei Bianchi il pubblico può assistere ai lavori del laboratorio

Un laboratorio di restauro allestito al primo piano dell’Oratorio dei Bianchi, una delle sedi espositive dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo, consente al pubblico di assistere al restauro degli otto arazzi fiamminghi tardocinquecenteschi di Marsala (costo dei lavori: 110mila euro) diretto da Giacomo Mirto e promosso dalla Regione.
La collezione di arazzi fiamminghi donata alla Chiesa Madre di Marsala nel 1589 dal canonico della Cattedrale di Mazara monsignor Antonino Lombardo proverrebbe dalla Corte spagnola. Gli arazzi, in seta e lana dagli splendidi colori, contengono ciascuno due scene in primo piano e due sullo sfondo e misurano 350x500 centimetri.
Gli episodi che vi sono narrati sono quelli della conquista di Gerusalemme da parte dei romani Vespasiano e Tito secondo il De bello Judaico di Giuseppe Flavio. L’iconografia ha però caratteri cinquecenteschi in quanto il significato era allegorico: in tempi di Controriforma la speranza era quella di ottenere la clemenza di Filippo II nei confronti dei calvinisti olandesi, così come l’imperatore romano era stato benevolo nei confronti degli ebrei.
Gli arazzi sono rimasti appesi per secoli nella zona absidale della Chiesa Madre fino a quando, nel 1893, crollò la cupola. In quella occasione si pensò addirittura di metterli in vendita per far fronte alle spese di ricostruzione. Nel 1965 la Regione Siciliana ne restaurò alcuni che versavano in pessime condizioni, ma fu solamente nella prima metà degli anni Ottanta che iniziò la loro valorizzazione e la presentazione al pubblico all’interno di un piccolo museo vicino alla chiesa.
A fine restauro gli arazzi troveranno però un nuovo museo ad accoglierli a Marsala. Sono infatti stati da poco messi a bando i lavori di recupero e adeguamento museale della Chiesa del Collegio (2 milioni di euro). Il nuovo Museo degli arazzi, in cui verranno esposti anche i parati sacri della Chiesa Madre (dieci dei quali anch’essi in restauro a Palermo), verrà dotato di un impianto di stabilizzazione della temperatura e dell’umidità adatto a preservare il fragile patrimonio tessile.