Scocca a Roma l’ora dell’arte inglese con la mostra «London Calling: British Contemporary Art Now», aperta dal 17 marzo al 17 luglio a Palazzo Cipolla. La mostra riunisce 30 opere di 13 artisti londinesi di nascita o d’adozione, operanti dai primi anni ’60 ad oggi.

Sono David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan. Sono tutti nati tra il 1937 e il 1978, rappresentano quindi uno spaccato dell’arte britannica dell’ultimo cinquantennio, ciò che significa dell’arte contemporanea che ha manifestato maggior dinamismo in Occidente.

Le opere dispiegano un’ampia varietà di linguaggi, comprendendo pittura, scultura, video, disegno, fotografia, installazioni, ceramica, tessuti. Una varietà che connotò anche la molteplicità di stili musicali che il gruppo punk dei The Clash riunì nel doppio album uscito nel 1979, il cui titolo è stato preso in prestito per questa mostra. Joe Strummer e compagni, infatti, non vi registrarono solo brani in stile punk, ma intessero una mescolanza di generi, tra cui lo ska, il reggae, il rockabilly, il rhythm and blues.

I curatori della mostra Maya Binkin e Javier Molins hanno ottenuto il prestito delle opere da alcune delle maggiori gallerie del mondo, tra cui Gagosian Gallery, Goodman Gallery, Galerie Lelong, Lisson Gallery, Modern Forms, Victoria Miro Gallery, Galerie Thaddaeus Ropac, Sean Kelly Gallery (New York), Tim Taylor Gallery (Londra), Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea (Torre Pellice, To).

A promuovere la mostra è stata la Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale; ad organizzarla Poema, con il supporto di Comediarting e Arthemisia.