A Palazzo Blu il Futurismo preso alla lettera

La curatrice Ada Masoero ripercorre con un taglio critico rigoroso la storia del movimento dal 1910 al 1931

Gino Severini, «L'autobus», 1913. Museo del Novecento, Milano. © Gino Severini, by SIAE 2019
Laura Lombardi |  | Pisa

Dal 18 ottobre al 9 febbraio Palazzo Blu dedica al Futurismo un’importante mostra a cura di Ada Masoero. Per non incorrere in ormai scontate rassegne sullo stesso tema, il taglio critico rigoroso scelto da «Futurismo» nel ripercorrere in dieci sezioni la storia del movimento, dal 1910 al 1931, si distingue per l’aderenza stretta a quanto dichiarato nei celebri Manifesti sulle arti visive, ovvero gli strumenti scelti per diffondere una visione del mondo in parte utopica (e talvolta perfino discutibile per le connessioni col fascismo), caratterizzata da uno stretto rapporto arte-vita e dalla netta opposizione con la tradizione artistica precedente.

Le opere esposte grazie alla disponibilità di ben 29 prestatori, tra cui istituzioni quali la Galleria Nazionale di Roma, il Museo Novecento, la Gam e il Castello Sforzesco di Milano, il Mart di Rovereto e il Museo Caproni di Trento e alcune collezioni
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