A Modena Futurismo sonoro e tipografico

Guglielmo Gigliotti |  | Modena

Uno degli eventi epocali della nascente musica sperimentale contemporanea si svolse a Modena il 2 giugno del 1913: un concerto di soli rumori. Luigi Russolo, cofirmatario del «Manifesto della pittura futurista» del 1910, quella sera, al Teatro Storchi, fece girare le manovelle inserite nei suoi intonarumori, strumenti anti musicali da lui concepiti e realizzati in forma di casse parallelepipede fornite di megafono, emettenti sibili e ronzii, contrappuntati da piccoli scoppi.

La mostra «SibilaRonzaScoppia. L’intonraumori e la serata futurista modenese» presenta fino al 6 gennaio, presso il Museo Civico d’arte moderna e per la cura di Cristina Stefani, un gruppo di questi strumenti del rumore ricostruiti da Pietro Verardo nel 1977 (andarono distrutti nel secondo dopoguerra), assieme a disegni, fotografie e rari volumi del tempo, con l’intento di restituire l’eccezionalità di quell’evento.


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