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Il presunto dipinto di Caravaggio ritrovato recentemente a Tolosa

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Il presunto dipinto di Caravaggio ritrovato recentemente a Tolosa

A Brera la mostra su Caravaggio divide gli studiosi

Giovanni Agosti si dimette dal comitato scientifico del museo in disaccordo con la scelta del direttore Bradburne di esporre un'opera attribuita a Merisi in arrivo da una collezione privata francese

Stefano Luppi

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Milano. È scontro a Milano tra James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e Giovanni Agosti, storico dell’arte e docente universitario. Quest’ultimo si è dimesso dal comitato scientifico del museo autonomo e la causa è un dipinto d’epoca caravaggesca, conservato in una collezione privata francese che il direttore del museo milanese vuole esporre in una mostra-dossier dal 10 novembre insieme alla breriana «Cena in Emmaus» di Caravaggio e alla copia di «Giuditta e Oloferne» del pittore fiammingo Finson conservata a Napoli nelle collezioni di Banca Intesa. Anche l’opera oggetto del contendere, conservata a Tolosa e di proprietà dell’antiquario Eric Turquin che l’ha presentata nello scorso aprile, raffigura una Giuditta e Oloferne. Da allora i critici si accapigliano su una supposta attribuzione a Caravaggio con Nicola Spinosa, ex storico soprintendente di Napoli e curatore della piccola esposizione che è per il sì e Mina Gregori, allieva di Roberto Longhi, «scopritore» di Michelangelo Merisi, che è per no. Anche il professor Agosti propende per una mano diversa dal grande maestro milanese e ora accusa Bradburne di avere detto sì all’esposizione e all’antiquario Turquin prima di avere informato in via definitiva il comitato scientifico di Brera. Agosti imputa al direttore di lasciarsi imporre il volere del collezionista privato che vuole sia indicato il nome di Caravaggio sul cartellino di mostra quando non c’è alcuna prova della sua attribuzione a Merisi. Bradburne da parte sua assicura che al fianco del nome del pittore ci sarebbe un asterisco che spiegherà tutte le vicende storiche della controversa opera. E il direttore dice anche che l’esposizione viene fatta proprio per fare discutere gli studiosi e che Brera non si assume responsabilità sulla paternità del dipinto. Ma allora perché non indicare sul cartellino «opera d’ambito caravaggesco»?

In contemporaneo con l'esposizione breriana sempre a Milano il pubblico potrà vedere, in quella che sembra una vera e propria provocazione, una rassegna caravaggesca organizzata alla Pinacoteca Ambrosiana. Si tratta del «San Girolamo scrivente», realizzato agli inizi del Seicento che per tre mesi (dal 9 novembre al 19 febbraio 2017) sostituirà nel percorso museale dell'Ambrosiana la «Canestra di frutta» di Merisi che in inverno sarà prestata alla stessa Borghese  di Roma per una ulteriore rassegna sul Caravaggio. L'iniziativa dell'Ambrosiana si completa con otto disegni che analizzano l'evoluzione dell'iconografia di san Girolamo, realizzati da Albrecht Dürer, Giulio Romano, Guercino, Giuseppe Nuvolone, Donato Creti, Giacomo Zoboli, Isidoro Bianchi e Giovanni dell'Opera (I cataloghi delle due mostre milanesi sono realizzati rispettivamente da Skira e da Nomos Edizioni).

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Stefano Luppi, 27 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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