60 anni di carriera di Robert Indiana

L’antologica di 56 opere è ospitata dallo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield

Da sinistra a destra: «Column DIE», «Column LOVE», «Column EAT HUG ERR», «Column EAT», «Column EAT HUG DIE», «Column HUG», 1963-64 (with bases by Richard Artschwager), di Robert Indiana. © 2021 Morgan Art Foundation Ltd.  Foto cortesia di Paul Kasmin, New York
Federico Florian |  | Wakefield

Lo Yorkshire Sculpture Park, il più grande parco delle sculture d’Europa, ospita fino all’8 gennaio un’antologica dedicata a Robert Indiana (1928-2018). La mostra esamina sessant’anni di carriera dell’artista statunitense, scomparso nel 2018 a 89 anni, attraverso una selezione di 56 lavori (soprattutto sculture, ma anche dipinti e stampe), molti dei quali mai esposti nel Regno Unito. Indiana fu uno strenuo difensore dei diritti civili, aspetto che traspare in numerose produzioni.

Fra queste, «Love Rising (The Black and White Love)» (1968), un dipinto a quattro pannelli dedicato all’assassinio di Martin Luther King Jr, e «Ash» (1985), che allude alla risposta della comunità queer alla crisi dell’Aids negli anni Ottanta. Diverse le sculture collocate all’esterno. L’iconica «LOVE (Red Blue Green)» (1966-98), che segna l’ingresso all’esposizione, si erge dinnanzi allo straordinario sfondo naturale offerto dal parco.

Distintiva è la O inclinata, in grado di conferire dinamismo, a detta dell’artista stesso, a una composizione di sole quattro lettere. Disseminate nel prato all’esterno dell’Underground Gallery, troviamo un’altra celeberrima serie di sculture dell’artista: i grandi numeri in alluminio, un’allegoria delle fasi della vita, dalla nascita alla morte. «I numeri mi riempiono la vita, più dell’amore, dichiarò una volta Indiana. Siamo immersi nel mondo dei numeri sin dal momento in cui veniamo al mondo».

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