300 straordinari reperti raccontano i Normanni

Nell’allestimento dei Reiss-Engelhorn-Museen ricostruzioni virtuali, filmati in stop motion e stazioni interattive fanno vivere al pubblico il Medioevo

La cosiddetta «Lindisfarne Stone», dal Museum of Lindisfarne Priory, Berwick-upon-Tweed, fine del IX secolo. © Historic England Archive. Courtesy Rem/Reiss-Engelhorn-Museen Mannheim
Francesca Petretto |  | Mannheim

I Reiss-Engelhorn-Museen dedicano la prima grande mostra nei Paesi di lingua tedesca al popolo dei Normanni. Nell’arco di cinque secoli, partendo dalle terre di origine affacciate sui mari del Nord e arrivando fino alle pendici più meridionali del Mediterraneo e attraverso il Mar Baltico e l’Europa orientale fino al Mar Nero, seppero diventare da semplici guerrieri, navigatori vagabondi tra culture, potenti principi e mediatori culturali, signori della civiltà europea.

Dal 18 settembre al 26 febbraio «I Normanni» presenta circa 300 reperti provenienti da musei e istituzioni internazionali (di Londra, Parigi, Stoccolma, Barcellona, Palermo e Roma) in un allestimento ricco di ricostruzioni virtuali, filmati in stop motion e stazioni interattive che fanno vivere al pubblico il Medioevo.

Nel percorso di visita si susseguono personaggi come il leggendario condottiero vichingo Rollone (845/860-932 d.C.), duca dei Normanni e conte di Rouen, capostipite della Casa di Normandia; l’anglosassone Ælfgifu nota come Emma di Normandia (985-1052), regina consorte d’Inghilterra per ben due volte, regina di Danimarca e di Norvegia, figlia di Riccardo I senza paura e della domina Gunnora di nobile origine vichinga; il celeberrimo Guglielmo I il Conquistatore (1028-87), inventore della monarchia costituzionale, la cui dinastia siede ancora sul trono inglese, divenuto re d’Inghilterra dopo la vittoria alla Battaglia di Hastings, come fedelmente racconta il meraviglioso Arazzo di Bayeux (1070-80) e iniziatore della Conquista Normanna; l’imperatrice del Sacro Romano Impero Matilde (Matilda of England, 1101-1167) che sappiamo regina consorte d’Italia al fianco di Enrico V di Franconia e coniuge in seconde nozze di Goffredo V d’Angiò, detto il Plantageneto; il grande Ruggero II di Sicilia (1095-1154), fondatore del Regnum Siciliae con meravigliosa capitale Palermo, e la di lui figlia Costanza d’Altavilla (1154-1198) cantata da Dante nel Canto III del Paradiso, madre dello stupor mundi Federico II di Svevia.

Le loro storie approdano a Mannheim, raccontate anche attraverso gli importanti prestiti tra i quali vanno citati la «Corona votiva di Ruggero II» (XII secolo) proveniente dal Museo della Basilica di San Nicola a Bari, una «Cronaca anglosassone», dal manoscritto originale del IX secolo e seguenti, la «Viking Raider Stone» («Pietra del cavaliere vichingo») da Lindisfarne (anno 793, dal Museum of Lindisfarne Priory) con la più antica raffigurazione di un attacco vichingo in Europa occidentale, uno dei famosi pezzi degli «Scacchi di Lewis» (XII secolo) e il «Pluviale» o «Mantello dell’incoronazione» di Federico II, accanto ad altri splendidi manoscritti medievali, olifanti, pietre runiche, gioielli e molto altro.

Realizzata dai Reiss-Engelhorn-Museen con la Réunion des Musées Métropolitains di Rouen e il Musée de Normandie di Caen, la mostra illustra inoltre le ultime scoperte scientifiche effettuate dagli esperti di varie discipline che operano nei laboratori dei tre musei e nelle università a essi affiliate: a queste sono dedicati il volume di saggi Norman Connections e il catalogo della mostra editi da Schnell & Steiner Verlag.

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