NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 24 APRILE 2024

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MERCOLEDÌ 24 APRILE 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: un particolare del dipinto di Salvator Rosa («Una costa rocciosa con soldati che studiano un piano») restituito alla Christ Church Picture Gallery di Oxford (Christ Church Picture Gallery); il dipinto a tema conviviale di Bartolomeo Manfredi acquistato dal Getty (Getty Museum); la nuova scultura di Gerhard Richter («Strip-Tower»), allestita ai Kensington Gardens (© 2024, Gerhard Richter, Prudence Cuming Associates); una veduta esterna di Casa Varoli (foto Lorenzo Pasini)

01

Restituito alla Christ Church Picture Gallery di Oxford dalla Romania un paesaggio di Salvator Rosa rubato nel 2020

Un dipinto di Salvator Rosa rubato dalla Christ Church Picture Gallery di Oxford quattro anni fa è stato scoperto in Romania e restituito al museo britannico. L’opera, «Una costa rocciosa con soldati che studiano un piano», risalente al 1640, è stata recuperata dalle autorità rumene e restituita agli agenti della Thames Valley Police e alla curatrice del museo, Jacqueline Thalmann, in un incontro svoltosi il 26 marzo nel Museo Nazionale d’Arte di Bucarest. Il dipinto era in «condizioni sorprendentemente buone dopo le vicissitudini subite», ha dichiarato la curatrice. La polizia rumena era stata contattata da un uomo in possesso del dipinto e intenzionato a restituirlo. «Purtroppo, ha dichiarato l’ispettore capo James Mather, l’uomo aveva già venduto gli altri due dipinti senza rendersi conto della loro importanza. A suo dire, ora potrebbero trovarsi “ovunque in Europa”». La polizia sta intanto cercando informazioni su altri due dipinti rubati nella stessa occasione, il 14 marzo 2020. Si tratta di «Un soldato a cavallo» di Antoon van Dyck (1617 circa) e di «Un ragazzo che beve» di Annibale Carracci (1580 ca). Le tre opere erano stimate complessivamente 10 milioni di sterline ed erano esposte al pubblico dal 1768. «Stiamo collaborando con la magistratura e la polizia rumena, ha aggiunto Mather, oltre che con Eurojust ed Europol, per raccogliere ulteriori informazioni». Parte dell’indagine comprende un’analisi forense dettagliata del dipinto restituito.

02

Il Getty Museum ha acquisito una scena conviviale di Bartolomeo Manfredi

Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha acquisito la scena di una bevuta «musicale» in una taverna (1619-20 ca), un dipinto del genere conviviale del celebre caravaggista Bartolomeo Manfredi (1582-1622). L’opera è esposta dal 23 aprile nel Padiglione Est del Getty Center. Manfredi ebbe un successo così particolare tra i seguaci di Caravaggio nell’evocare lo stile del maestro che, fino alla riscoperta storico artistica di Manfredi nel XX secolo, questo dipinto era attribuito a Caravaggio. La scena della taverna, con un uso «drammatico» della luce, presenta quattro giovani uomini elegantemente vestiti seduti intorno a un tavolo che mangiano e bevono, mentre uno di loro suona un liuto; sullo sfondo, due servitori si servono sfacciatamente di vino e cibo, mentre un terzo riempie il bicchiere di uno degli uomini seduti. La composizione è ricca di dettagli, dal coltello e dai resti di cibo sul tavolo alla spada di uno dei due seduti, a portata di mano, e alle sottili trame degli abiti degli uomini. «Nonostante Manfredi non sia stato propriamente un allievo di Caravaggio, le sue scene di genere, rappresentate in maniera estremamente realistica, hanno contribuito in modo decisivo al successo europeo del movimento caravaggesco», ha dichiarato Davide Gasparotto, curatore senior dei dipinti del Getty. «Dalla sua riapparizione nel 1976, quest’opera è considerata uno dei più importanti dipinti di Manfredi».

03

Due preziosi manufatti mesoamericani consegnati al Museo delle Civiltà di Roma

Il 23 aprile presso il Museo delle Civiltà di Roma, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, maggiore Emanuele Meleleo, ha consegnato al direttore del museo Andrea Viliani due importanti reperti archeologici mesoamericani. Il primo è un pendente in oro a doppia figura della cultura del Gran Coclé di Panama (650-1520 d.C.) che raffigura due guerrieri in atto di ostentare, ciascuno, un’insegna da guerra e un lancia-dardi. Il reperto è verosimilmente parte di un corredo funebre di un personaggio di alto rango, quale un capo, un sacerdote o uno sciamano. Il secondo è una statuina fittile appartenente alla cultura Nayarit, Messico nord-occidentale (100 a.C.-300 d.C.), anch’essa parte di un corredo funerario, realizzata con ceramica d’impasto rossiccio, a cottura ossidante, con ingobbiatura in bianco crema e pittura in rosso. Rappresenta una figura femminile inginocchiata, con gli arti superiori (quello destro è mancante) semplicemente abbozzati e protesi in avanti. I due reperti mesoamericani, insieme ad altri 33 beni d’interesse archeologico, che erano custoditi in un palazzo veneziano, sono stati sottoposti a sequestro in seguito a indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia e avviate dal Nucleo Tpc dei Carabinieri nell’ottobre 2020.

04

Scoperto il luogo esatto della sepoltura di Platone: ce lo rivelano nuovi brani decifrati dai Papiri di Ercolano

Alcuni nuovi brani appena decifrati dei papiri di Ercolano sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. rivelano il luogo esatto della sepoltura di Platone, avvenuta nell’Accademia di Atene nel giardino a lui riservato, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. E svelano alcuni risvolti delle ultime ore di vita del filosofo greco: le dolci note di un flauto suonate da una donna originaria della Tracia avrebbero dovuto rendere più lievi quei momenti, ma il pensatore non le gradì affatto: pur febbricitante e in punto di morte, fu abbastanza lucido da criticare la musicista barbara per il suo scarso senso del ritmo, davanti agli occhi di un ospite caldeo proveniente dalla Mesopotamia. Il testo rivela anche che il filosofo fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C.; finora si credeva che ciò fosse successo nel 387 a.C. «Per la prima volta siamo riusciti a leggere alcune sequenze di lettere dei papiri che erano nascoste all’interno di strati multipli, rimasti attaccati l’uno all’altro dopo lo srotolamento fatto nei secoli scorsi con una tecnica meccanica che ha provocato la dislocazione di interi frammenti di testo», dice il papirologo Graziano Ranocchia, dell’Università di Pisa. Questo «enorme salto di qualità» è stato ottenuto combinando due tecniche innovative, la tomografia a coerenza ottica e l’imaging iperspettrale a infrarossi, grazie a un laboratorio mobile fornito dalla Nottingham Trent University.

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La shortlist del Turner Prize: Johnson, Abad, Kaur, Le Bas

Claudette Johnson, l’affermata artista nera britannica che ha creato alcune delle opere figurative più potenti degli ultimi decenni, è stata nominata per il Turner Prize, di cui quest’anno ricorre il 40mo anniversario. Gli altri artisti in lizza sono Pio Abad, nato a Manila, Jasleen Kaur, nata a Glasgow, e Delaine Le Bas, nata a Worthing. La mostra del Turner Prize alla Tate Britain aprirà in autunno (25 settembre-16 febbraio 2025). Johnson è stata nominata per due mostre: «Presence» alla Courtauld Gallery di Londra e «Drawn Out» all'Ortuzar Projects di New York. Nel corso di un incontro con la stampa tenutosi oggi 24 aprile, uno dei giudici del premio, il direttore generale e amministratore delegato della Japan House di Londra, Sam Thorne, ha affermato che Johnson «coinvolge i propri modelli con convivialità e vulnerabilità», oltre che con intimità ed empatia.

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I 100 anni di un’associazione benemerita francese: la Demeure Historique

La Demeure Historique, la più antica associazione francese dedicata alla causa del patrimonio storico abitato, che riunisce 3mila proprietari-gestori di monumenti e giardini storici privati, celebra il suo centenario in tutta la Francia, mettendo in evidenza i progressi compiuti e le sfide che questa parte insostituibile del patrimonio nazionale deve affrontare. Riconosciuta come organizzazione di interesse pubblico nel 1965, la Demeure Historique è un partner privilegiato delle autorità pubbliche, che lavora per promuovere la trasmissione di questo patrimonio storico e culturale vivente, che accoglie più di 9 milioni di visitatori ogni anno e genera, insieme ai monumenti pubblici, 21 miliardi di euro di ricadute economiche.

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L’ultima scultura di Gerhard Richter è una torre monumentale

La Serpentine e i Parchi Reali londinesi presentano una nuova scultura di grandi dimensioni di Gerhard Richter. Posta sul plinto della Serpentine South, a Kensington Gardens, «Strip-Tower» (2023) rimarrà esposta dal 25 aprile al 27 ottobre 2024. Quella dell’opera dell’artista tedesco è l’ultima di una lunga serie di presentazioni pubbliche nei Parchi Reali sin dalla fondazione della Serpentine nel 1970. «Strip-Tower» (2023) è l’ultima espressione della continua esplorazione da parte dell’artista di varie tecniche artistiche, la pittura, la fotografia, la riproduzione digitale, in una carriera artistica che per oltre sei decenni ha praticato l’astrazione.

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Un weekend in 55 gallerie

Nel 1972 il regista John Boorman girava il film «Un tranquillo weekend di paura». Berlino invece dal 26 al 28 aprile offre quello che si preannuncia un tranquillo, e bellissimo, weekend d’arte. Si tratta dell’iniziativa Gallery Weekend, che quest’anno compie vent’anni: venerdì 26 aprile 55 gallerie della capitale tedesca inaugurano delle mostre che rimangono aperte nelle giornate di sabato 27 e domenica 28. Impossibile citarle tutte, ma sono da ricordare quelle di Andy Warhol da Bastian, Rosemarie Trockel e Hanne Darboven da Crone, Wolfgang Tillmans alla Galerie Buchholz e Cosima von Bonin alla Galerie Neu.

 

09

A Cotignola riapre i battenti Casa Varoli

Quando Luigi Varoli (1889-1958), pittore, scultore, musicista, educatore, nel 1922 rientra nella natia Cotignola (Ra), per prima cosa inizia a operare alla stalla di Palazzo Sforza, l’ex casa degli Attendoli (dove secondo la tradizione nacque, nel 1369, Muzio Attendolo capostipite degli Sforza di Milano e Pesaro), allora in stato di semiabbandono. Un luogo di grande fascino per Varoli, appassionato raccoglitore di memorie dal passato, che qui fino alla morte terrà casa e studio, anche dopo la ricostruzione dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Gli ambienti di Casa Varoli, di recente ampliati grazie a un edificio attiguo allo spazio originario, sono parte del Museo Civico «Luigi Varoli» e sabato 27 aprile riaprono i battenti dopo quattro anni, permettendo così di rivedere gli oggetti, le opere e l’archivio dell’artista, detto della cartapesta per i tantissimi lavori realizzati con questo materiale. Il percorso di Casa Varoli permette la visita alla Casa-studio, alla Camera delle meraviglie con opere e oggetti appartenuti e collezionati dal maestro, fino alle aree dedicate all’ospitalità a 41 ebrei durante la seconda guerra mondiale e all’arte contemporanea con opere di Depero, Moreni, Francesco Balilla Pratella e altri.

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La seconda edizione del Festival delle dimore storiche del Friuli-Venezia Giulia: 21 opportunità di visita

Torna con la seconda edizione il Festival delle Dimore Storiche organizzato da Adsi Fvg (l’Associazione delle Dimore Storiche del Friuli-Venezia Giulia): quattro giorni per conoscere la storia della regione, visitando e vivendo un patrimonio artistico e architettonico che spesso resta nascosto dietro siepi e cancelli. Appuntamento da giovedì 25 a domenica 28 aprile con l’apertura delle dimore e dei parchi e un programma di eventi organizzati grazie all’iniziativa dei proprietari: degustazioni, concerti, presentazioni di libri, show cooking. Sono 21 le dimore private, ancora oggi abitate, che apriranno le porte: saranno proprio i proprietari a fare da guida e a diventare ciceroni per l’occasione. Ecco l’elenco: in provincia di Udine Palazzo De Gleria (Comeglians), Casa Asquini (Fagagna), La Brunelde Casaforte d’Arcano (Fagagna), Villa del Torso Paulone (Brazzacco di Moruzzo), Villa Gallici Deciani (Cassacco), Villa Schubert (Marsure), Palazzo Orgnani,  Palazzo Pavona Asquini e Villa Garzoni a Udine, Casa Foffani (Clauiano), il Folador di Villa Rubini (Trivignano), Villa Iachia (Ruda), Villa Lovaria (Pavia di Udine), Villa Pace (Campolongo Tapogliano), Villa Ritter de Zahony (Monastero di Aquileia), Villa Vitas (Strassoldo di Cervignano del Friuli); in provincia di Gorizia Villa Attems Cernozza di Postcastro (Lucinico), Villa del Torre (Romans d’Isonzo) e Villa Marchese de Fabris (San Canzian d’Isonzo); e in quella di Pordenone il Palazzo d’Attimis Maniago (Maniago) e Palazzo Scolari (Polcenigo).

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Addii | Francesco Vaccarone

È morto il 22 aprile a La Spezia (sua città natale), all’età di 83 anni, l’artista Francesco Vaccarone. Aveva iniziato la sua attività di pittore, scultore e incisore fin da giovanissimo. Le sue opere sono state esposte in oltre duecento mostre personali, in gallerie pubbliche e private e Università in Europa, Africa, Stati Uniti e America Latina, in eventi come l’XI Quadriennale Nazionale di Roma del 1986 e nel Padiglione della Regione Liguria alla 54ma Biennale di Venezia del 2011. In occasione di una vasta mostra antologica al Camec della Spezia tra il 2011 e il 2012 è stato pubblicato un volume con dettagliate informazioni bio-bibliografiche, consultabile online sul sito dell’artista. Nel 2016, durante una personale al Museo Villa Croce di Genova, è stato presentato il catalogo ragionato della sua opera (1958-2015) per l’editore Allemandi, nel quale è stata inclusa una vasta letteratura di studi critici e testimonianze di numerosi fra i maggiori artisti e studiosi d’arte del Novecento. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli conferì nel 2011 l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

Redazione, 24 aprile 2024 | © Riproduzione riservata