Una vasta parte dedicata al disegno, con molti inediti, una sezione dedicata al lavoro sul cinema, una sulla pittura, due lavori realizzati espressamente per il Mart - Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, di cui uno di sedici metri: sono alcuni dei passaggi di cui si compone l’antologica dedicata a Gianfranco Baruchello (Livorno 1924), a cura del direttore del museo Gianfranco Maraniello in collaborazione con la Fondazione Baruchello.
Aperta dal 19 maggio al 16 settembre, la mostra conferma il grande interesse attirato negli ultimi anni dal lavoro di Baruchello, a partire dalla partecipazione a Documenta 2012, seguita dall’omaggio al suo lavoro sul cinema alla Triennale di Milano tra 2014 e 2015. «Il Mart si allinea al riconoscimento della straordinaria statura dell’artista, spiega Denis Isaia, tra i curatori del museo, dedicando la prima grande antologica a Baruchello».
La mostra permette infatti di conoscere l’artista nella sua complessità («anche se ci vorrebbe uno spazio grande tre volte quello del Mart» commenta Isaia), che affonda le radici nei tardi anni Cinquanta e poi nel gruppo pop nato a Roma nei primi anni Sessanta.
Un’opera segnata dal fascino e dall’importanza che hanno avuto Duchamp e i movimenti del Surrealismo e del Dadaismo e una ricerca caratterizzata da un certo vagabondare, sempre al di fuori delle convenzioni linguistiche, con un ampio ventaglio di sperimentazioni che vanno dal cinema all’arte «agro-politica».
«La selezione di più di duecento disegni, spiega ancora Isaia, consente di conoscere una parte molto importante del suo lavoro che contiene la chiave della sua poetica e lo accompagna quotidianamente da sempre». A completare lo sguardo sul contemporaneo italiano è allestito un focus su Pietro Consagra (a cura dello stesso Isaia, dal 5 maggio al 19 luglio) intorno all’opera «Trama», esposta alla Biennale di Venezia del 1972 e ora nelle collezioni del Mart.