Nel novero delle mega gallerie sparse per il mondo, Thaddaeus Ropac ha la caratteristica di non volersi adattare a tutti i costi alle mode, preferendo una sua linea espositiva di elevata qualità che offre spazio a grandi artisti che, talvolta, possono apparire non particolarmente in voga.
È il caso di questa splendida presentazione di circa cento disegni di Joseph Beuys (Krefeld, 1921-Düsseldorf, 1986) che cronologicamente coprono la sua intera carriera, dalla fine degli anni Quaranta fino alla sua morte. «Joseph Beuys: 40 Years of Drawing», che rimarrà aperta fino al 22 marzo presso l’elegante sede di Dover Street, è una chicca per collezionisti raffinati, lontana dalle esibizioni chiassose e coloratissime che si vedono in giro.
La mostra è una testimonianza dell’amore e della stima che Thaddaeus Ropac nutre per l’artista tedesco al quale tra il 2017 ed il 2018 aveva già dedicato ben quattro esposizioni. Non a caso alcune delle opere esposte provengono dalla collezione privata del gallerista e non sono in vendita. Completa il percorso una stanza curata da Antony Gormley nella quale lo scultore accosta suoi lavori su carta a quelli di Beuys.
La sezione, intitolata «Sense: Beuys / Gormley. A conversation through drawing», palesa quanto per entrambi gli artisti il disegno sia una pratica autonoma di grande potenza e non uno studio propedeutico per opere più grandi e create con altre tecniche. Lo stesso Gormley afferma «Beuys e io abbiamo trovato nel disegno un terreno fertile che corre in parallelo a quelle azioni che abbiamo ritenuto necessarie per interagire con e all’interno del mondo».

Una veduta della mostra «Joseph Beuys: 40 Years of Drawing», nella galleria Thaddaeus Ropac