La retrospettiva «Ghost and Spirit», nella sede parigina della Collection Pinault nella Bourse de Commerce dal 13 ottobre al 19 febbraio 2024, approfondisce l’opera di Mike Kelley, che sfugge a tutte le etichette, proponendosi di rinnovare il punto di vista sul lavoro del visionario artista statunitense tra i più influenti del XX secolo.
Perché questo titolo? «In una nota scritta per una performance mai realizzata, all’inizio degli anni Ottanta, ha spiegato la Collection Pinault, Mike Kelley si interrogava sulla differenza tra un fantasma, “ghost”, e uno spirito, “spirit”: il primo, diceva, finisce per scomparire, il secondo invece persiste. Kelley pensava di essere un fantasma, eppure il suo spirito esercita ancora, in particolare sulle generazioni di artisti più giovani, un’influenza persistente. “A Spirit has a Lingering Influence”, scriveva».
Il progetto è stato realizzato dalla Tate Moderne di Londra (dove la mostra sarà allestita dal 2 ottobre 2024 al 9 maggio 2025), in collaborazione oltre che con la Collection Pinault, anche con il K21 di Düsseldorf e il Moderna Museet di Stoccolma. È presentata nell’ambito della rassegna «Mitologie americane», nuovo ciclo di mostre della Bourse de Commerce, che include anche una monografica di Lee Lozano («Strike», fino al 22 gennaio 2024), in collaborazione con la Pinacoteca Agnelli di Torino, dove è stata presentata in primavera, e le installazioni di Ser Serpas («I fear (j’ai peur)», fino al 22 gennaio 2024) e Mira Schor («Moon Room», fino al 4 marzo 2024).
Mike Kelley è stato trovato morto, suicida, nella sua casa di Los Angeles, a 58 anni nel 2012. Ha lasciato un universo esuberante e multiforme, che si è mosso su più media, performance, musica, video, fotografia. Dopo la sua morte, il suo lavoro è stato riscoperto in Europa grazie anche alla prima grande retrospettiva dello Stedelijk Museum di Amsterdam, nel dicembre 2012.
Kelley era nato nella periferia di Detroit nel 1954 in una famiglia modesta di origine irlandese e fede cattolica. Le crisi sociali che attraversano la sua città e la deindustrializzazione nutrono la sua opera, così come le pratiche femministe militanti, da cui trae ispirazione. La suggestiva Rotonda della Bourse de Commerce ospita la grande installazione «Kandors Full Set» (2005-09), il cui titolo si ispira a Kandor, città immaginaria del pianeta Kripton, da dove viene Superman, personaggio dei fumetti di cui Kelley «non era fan, ma la cui saga, nata alla fine degli anni Trenta, gli ha ispirato opere notevoli», ha sottolineato il curatore Jean-Marie Gallais.
Kelley immagina una serie di città di resina colorate e campane di vetro. Sui muri della Rotonda sono proiettati diversi film della serie «Bottles» (2007). A inizio percorso sono riunite le prime opere di Kelley, tra cui gli oggetti sonori come «The Banana Man» (1981-82). È allestita anche «Half a Man» (1987-93), una delle opere centrali della serie «More Love Hours Than Can Ever Be Repaid», che interroga la questione di genere e altri temi ricorrenti in Kelley, come il senso di colpa e l’empatia, e che mostra la singolare scelta di materiali, tra cui l’uso di vecchi peluche, simbolo dell’infanzia. Altra installazione centrale della mostra è «Double Contour with Side Bars» (2000), realizzata in un periodo in cui Kelley lavora sul tema della memoria prendendo in prestito all’arte popolare canadese la tecnica detta «memory ware», che consiste nell’assemblare nel cemento oggetti della vita quotidiana, come spilli, conchiglie, catene.